La Commissione europea ha dato il via libera a fine novembre al pagamento della quarta rata destinata al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza dell’Italia, 16 miliardi e mezzo di euro in sovvenzioni e prestiti che giungono al termine di una lunga trattativa in merito alla riprogrammazione di alcuni progetti del Piano originario, che passa da una dotazione finanziaria iniziale complessiva di 191 miliardi e mezzo di euro a 194 miliardi e 400 milioni. Negoziati di fine anno di Viviana Pansa Soddisfazione è stata espressa in più occasioni anche dalla premier Giorgia Meloni, che ha ricordato come inizialmente l’idea proposta di una rinegoziazione fosse stata ritenuta folle, per via del rischio di perdere le risorse assegnate. “I risultati parlano di una realtà diversa – ha detto Meloni alla firma dell’Accordo di coesione fra governo e Regione Lombardia avvenuta lo scorso 7 dicembre alla Fiera di Milano Rho: - se la politica presenta seriamente le sue priorità – ha aggiunto - trova qualcuno che ascolta”. L’Importanza del PNRR per il sistema produttivo italiano La riprogrammazione del Piano – che ha incassato il sì definitivo del Consiglio europeo l’8 dicembre scorso, insieme a quelli rivisti di altri 12 Paesi membri - si è resa necessaria a causa dell’elevata inflazione del 2022 e 2023 e delle difficoltà che la guerra in Ucraina ha determinato per le catene di approvvigionamento. Inoltre, il risultato economico dell’Italia nel 2020 e 2021 si è rivelato peggiore di quanto inizialmente previsto e questo ha comportato la revisione al rialzo della dotazione di sovvenzioni al PNRR. Il Piano modificato promuove in misura maggiore la transizione verde, con il 39,5% dei fondi destinati a misure di sostegno degli obiettivi climatici, rispetto al 37,5% del piano originario. Sono previste procedure Saranno in totale 22,6 miliardi di euro in prestiti e 71,8 miliardi di euro in sovvenzioni le risorse destinate a 66 riforme, sette in più rispetto al Piano originario. 145 sono le misure nuove o modificate, con una riprogrammazione di progetti per 21 miliardi e 400 milioni di euro. Tra esse, il capitolo dedicato a REPowerEU che prevede 12 investimenti rafforzati e 12 nuovi investimenti che si inquadrano all’interno dell’obiettivo di rendere l’Europa indipendente dai combustibili fossili russi prima del 2030. Tali misure si concentrano sul rafforzamento delle reti di trasmissione e distribuzione dell’energia elettrica, la sicurezza energetica e l’aumento della produzione di energia rinnovabile. Il Piano comprende poi misure tese a rafforzare riforme fondamentali nei settori della giustizia, degli appalti pubblici e del diritto alla concorrenza. Investimenti rafforzati sono destinati anche alla promozione della competitività, alla transizione verde e digitale, alle energie rinnovabili, ai trasporti. “Siamo l’unico Paese ad aver ottenuto la quarta rata - ha commentato in conferenza stampa a ridosso del via libera della Commissione, il ministro degli Affari Europei, Raffaele Fitto, precisando come l’Italia non sia “affatto in ritardo rispetto ad altre nazioni, che comunque hanno richiesto cifre inferiori alle nostre”. La Rivista Europee La Rivista · Dicembre 2023 15
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