Parlando ancora di gestione di patrimoni, occorre aggiungere che in Svizzera ci sono molte banche medie o piccole attive su questo versante. Tra i gruppi medio-grandi ci sono Julius Bär, Vontobel, EFG, Pictet, Lombard Odier, UBP, J.Safra Sarasin, LGT (del Liechtenstein, ma molto attiva nella Confederazione). Quanto al retail banking, cioè al credito tradizionale a imprese e famiglie, bisogna dire che su quest’altro terreno, oltre a UBS e Credit Suisse (che in queste attività operano in Svizzera e non all’estero), ci sono altri soggetti di rilievo sul mercato elvetico: tra gli altri, il gruppo Raiffeisen, le banche cantonali, PostFinance, Banca Migros. Ci si può chiedere se le banche svizzere siano riuscite o no a mantenere la leadership internazionale nella gestione di patrimoni, anche pensando ai molti ostacoli dell’ultimo decennio. Dai dati ufficiali disponibili, che arrivano sino al maggio 2023, emerge una nuova risalita delle masse amministrate dalle banche elvetiche e dunque la risposta è positiva. Anche i deflussi di capitali dal Credit Suisse, consistenti soprattutto tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023, in molti casi sono stati probabilmente afflussi per altre banche svizzere. Le masse amministrate Il Barometro 2023 dell’Associazione svizzera dei banchieri (Swiss Banking) indica che a fine maggio i patrimoni gestiti dagli istituti elvetici erano pari a 8.281 miliardi di franchi, il 5,5% in più rispetto a dicembre 2022. L’andamento dei mercati finanziari ha favorito l’incremento, ciò va detto, ma senza una tenuta della capacità di gestione e dell’affidabilità della piazza svizzera difficilmente questo livello sarebbe stato raggiunto. Questo, d’altronde, si era già visto anche in anni passati. Nel 2011 i patrimoni gestiti dalle banche svizzere erano scesi a 5.245 miliardi, a causa della crisi finanziaria, delle frenate dei mercati, degli attacchi internazionali alla piazza elvetica. Nel 2012 è iniziata una risalita che ha portato sino ai 7.286 miliardi del 2017. Poi una discesa a 6.908 miliardi nel 2018 e una nuova risalita sino al picco degli 8.830 miliardi del 2021. Quindi una flessione a 7.846 miliardi nel 2022, ancora in coincidenza con turbolenze sui mercati, e infine il recupero nei primi cinque mesi del 2023. Alla fine del 2022 i patrimoni dei clienti stranieri erano il 46,4% del gestito totale, con il 53,6% invece della clientela svizzera. Nel 2012 la percentuale della clientela straniera era del 52,3%, c’è stata dunque nel decennio una discesa. Questo non significa che la massa gestita dei clienti stranieri sia diminuita in valori assoluti, piuttosto vuol dire che quella con targa elvetica è cresciuta di più. Tra i motivi c'è il rafforzamento del franco, che ha limato gli attivi in euro e in dollari USA, che in genere sono ovviamente più rilevanti per i clienti stranieri. Occorre inoltre considerare che ci sono stati scudi fiscali, amnistie fiscali e altre forme simili, che hanno portato a rimpatri di attivi. Nonostante l’insieme di questi fattori, non si è comunque lontani dal tradizionale 50/50 nella ripartizione tra patrimoni svizzeri e stranieri. C’è inoltre da registrare che nel wealth management transfrontaliero, che riguarda la gestione di patrimoni privati stranieri di ampie dimensioni, la piazza svizzera rimane numero uno al mondo, nonostante un’erosione della sua quota di mercato. Le valute È interessante osservare più da vicino, rimanendo ancora sulle valute, il peso delle singole monete sul versante della gestione di patrimoni delle banche elvetiche. Alla fine del 2022 il franco contava nei portafogli in deposito per più della metà, per l’esattezza per il 53,2%, in aumento rispetto al 51,1% del 2018. Il dollaro USA dal canto suo contava per il 26,5%, in leggera flessione rispetto al 26,8% di quattro anni prima. L’euro contava per il 13,1%, in diminuzione rispetto al 14,8% del 2018. Altre valute infine contavano nel loro complesso per il 7,1% alla fine del 2022, una percentuale lievemente inferiore al 7,3% di quattro anni prima. Dati che confermano da un lato l’importanza del franco e dall’altro però, nel contempo, anche la perdurante rilevanza delle attività internazionali per la finanza con targa elvetica. La Rivista Elvetiche La riduzione del numero delle banche in Svizzera rientra tra le ombre dell’ultimo decennio. Acquisizioni e fusioni, riorganizzazioni interne ai gruppi finanziari, nuove strategie sono tra i fattori che hanno contribuito a questa riduzione La Rivista · Dicembre 2023 13
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