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La Rivista · Settembre 2023 89 VINO SENZ’ALCOL: SEMPRE MENO UN’EVENTUALITÀ Già li vedo storcere il naso, eppure per cercare di capire i termini della questione, è utile considerare una verità inconfutabile: nel mondo il 50% della popolazione adulta non consuma bevande alcoliche. Che i motivi siano religiosi, di salute o anche di gusto, il risultato non cambia: c’è tutto un target da conquistare che definire strategico sarebbe riduttivo. Inebriante anche senza alcol Ci sono sempre più persone che vogliono vivere in modo sano e rinunciare all’alcol – e non più solo atleti, persone attente alla nutrizione e donne incinte. Ma dire di «no» ad un bicchiere di vino é piuttosto difficile, fa male al cuore. Perché? Il vino unisce: La coppa di spumante per celebrare un successo o il vino pregiato come accompagnamento virtuoso ad un pasto festoso sono per noi tradizioni sociali importanti. Possiamo avere tutto dalla vita? Salute e tradizione? La tendenza consapevole al consumo ha anche stimolato la produzione di vino analcolico. Grazie a tecnologie innovative e metodi di lavoro accurati, la qualità dei prodotti è migliorata enormemente negli ultimi anni. Tuttavia: questi vini non hanno la stessa intensità e complessità, perché l’alcol é un portatore di sapore essenziale – paragonabile al burro in cucina. Non può consolare precisare che il vino senza alcol è autorizzato dalla legge a contenere fino allo 0,5% di alcol in volume. Tuttavia, é meno di quanto ha una banana molto matura. Ci sono anche i cosiddetti vini a bassa gradazione, che hanno un contenuto alcolico relativamente basso. In calo nel mondo il consumo di alcol È assodato come nei principali Paesi consumatori di bevande alcoliche si stia affermando sempre più una tendenza low alcol. L’Osservatorio di Unione italiana vini rileva come secondo la World Bank il consumo di alcol pro-capite vada al ribasso, senza “zone franche”: -3,2% in Italia, -1,8% in Uk, -1,4% in Francia e Paesi Bassi, -1% in Germania. Può il vino senza alcol prendersi – o riprendersi – un consumatore ‘analcolico’?. Utile predere in considerazione le previsioni Dapprima era quello senza solfiti aggiunti, poi quello senza lieviti selezionati e additivi. Infine, quello senza alcol. Nel decennio in cui sottrarre è meglio che aggiungere, anche il vino non fa eccezione. Secondo Wine Intelligence sarà una delle tendenze del futuro prossimo; dell’istituto Iwsr Drinks Market Analysis secondo cui, in 10 mercati chiave, la categoria dei vini “per nulla o poco alcolici” segneranno una crescita media annua dell’8% in volume (2021-2025). In particolare, per il vino fermo, cosidetto, no-low alcol si prevede un incremento di oltre il 20% (2021-2025) e un raddoppio dei volumi entro il 2025. Gli attori protagonisti di questi nuove tendenza saranno i giovani tra i 20 e i 30 anni. Proprio quella generazione che il mondo del vino tradizionale ha difficoltà ad attrarre a sé. L’interesse dei produttori di vino «Parliamo di un target totalmente diverso che non andrebbe a fare concorrenza al vino», sottolinea Daniele Simoni, Ad del gruppo Schenk che da anni ha avviato la produzione di dealcolati in Spagna “Piuttosto si intercetterebbe un consumo che al momento è in mano al settore delle bevande e dei soft drink”. Insomma, se non sarà il mondo vitivinicolo a farlo – partendo dall’uva – di sicuro le multinazionali delle bevande non La Rivista L’Italia da bere

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