La Rivista · Settembre 2023 76 avanguardistiche con particolare attenzione alla storia, ma anche all’anzianità e alla morte (vedi Madre e figlio del 1997). Ha indagato il potere e la tirannide con la trilogia Moloch (1999), Taurus (2000) e Il sole (2005) rispettivamente dedicati a Hitler, Lenin e l’imperatore Hiroito – e con Fairytale (2022) propone un affresco visionario, potente e a tratti beffardo in cui Hitler Mussolini Churchill e Stalin appaiono in animazioni realizzate, si precisa all’inizio della pellicola, grazie a una imponente ricerca di immagini e filmati d’archivio combinati senza alcun ausilio digitale. Un’opera – vien quasi da dire umana, troppo umana – senz’altro impressionante a livello visivo che inscena i quattro personaggi (con qualche apparizione di un quinto, nientemeno che Gesù) alle porte di un oltremondo infernale ricco di suggestioni estetiche che rimandano a Piranesi e Gustav Doré. Dopodiché invece di prodursi in un vero e proprio dialogo (per l’appunto impossibile forse anche oltretomba) i nostri si dilettano in monologhi frammentari e surreali, bizzarri se non persino decisamente strampalati, il che sortisce l’impressione di roboante divertissement un po’ dannunziano e un po’ dadaista. Sukurov, autore celebrato quanto controverso (è stato invitato quest’anno a Locarno, ma non a Cannes) per la sua estetica non proprio digeribilissima ma senz’altro pionieristica, ha dovuto purtroppo declinare, per ragioni di salute, la sua partecipazione al festival asolano, che lo ha insignito in absentia del Gran premio di Asolo International. Tra le molte altre pellicole, spesso eterogenee e soprendenti, che la rassegna ha voluto valorizzare va poi ricordata Caminando con Tumbao – Libertad dei colombiani Rodrigo Jose Cuervo & Zumaya Mayers, una pellicola che tratta di politica al potere passando per l’integrazione, l’immigrazione e la libertà. “Per noi – ha detto il regista – è un onore e anche un po’ una sorpresa essere stati invitati, tanto più che è la prima volta che presentiamo il film fuori dall’America Latina e siamo grati al festival per aver saputo valorizzare la qualità artistica del mio lavoro.” Jose Cuervo sta anche lavorando a una docuserie dedicata ai dialetti dell’Uruguay, la nazione che conserva il più ricco patrimonio linguistico del Sudamerica. A Laura Morante il Premio Eleonora Duse Accanto dunque alla spiccata cifra internazionale il festival sin dagli inizi pone in rilievo eccellenze italiane (non a caso Laura Morante ha ricevuto quest’anno il Premio Eleonora Duse) e sa valorizzare opere, anche di registi debuttanti, che raccontano il nostro Paese e in particolare il territorio veneto: così è stato ad esempio per Venezia altrove di Elia Romanelli cui è andato il Premio Veneti nel Mondo, e per la singolare pellicola di Luca Delfini Un paese al di là del melodramma. Molto applaudito è stato infine un lavoro dal respiro decisamente sincretico, Concrete Bach di Riccardo Dal Cal, omaggio musicale a quella singolare struttura che è il Memoriale Brion di San Vito di Altivole (TV), il complesso funerario monumentale in memoria di Giuseppe Brion, fondatore della Brionvega, realizzato dall’architetto Carlo Scarpa – che dal 1978 vi è pure sepolto – cui il regista asolano aveva già dedicato altri lavori ( Memoriae Causa. Carlo Scarpa e il complesso monumentale Brion, 2007). Di Dal Cal è inoltre uscito di recente Oltre le rive un’antologia corale di vicende e testimonianze che fanno riflettere, ricordare e a volte anche sorridere intorno alla storia epica del fiume Piave. Un festival antico e giovane dunque, e decisamente “glocal”, che può offrire una splendida occasione per conoscere la storia e andare a godere della bellezza di Asolo.
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