La Rivista

creazione di posti di lavoro. Sul fronte dei numeri il XIII rapporto torna a darci qualche buona notizia, il Sistema Produttivo Culturale e Creativo dopo la crisi degli anni passati torna ad avere un segno positivo, registrando un incremento del valore aggiunto del 6,8%. Anche il numero degli occupati torna a crescere nel 2022, tanto da recuperare gli oltre 43 mila posti di lavoro che si sono persi nell’anno precedente: sono 1.490.738 i lavoratori dell’intera filiera, con una variazione del +3,0% rispetto al 2021, a fronte di un +1,7% registrato a livello nazionale. Dalle attività core derivano 52,7 miliardi e un numero di occupati pari a circa 852mila (rispettivamente +7,2% e +3,3% rispetto al 2021), mentre le attività creative driven generano la ricchezza più elevata degli ultimi tre anni (42,8 miliardi di euro, +6,4% nell’ultimo anno) e danno lavoro a 639 mila occupati (+2,5% rispetto al 2021). All’interno della filiera operano 275.318 imprese (+1,8% nel 2022 rispetto all’anno precedente); il confronto con il 2019 dimostra il completo recupero del SPCC (+0,3%), evidenziando una performance anche migliore dell’economia nel suo complesso che risulta ancora al di sotto dei numeri pre-pandemia (-1,2%). Accanto alle imprese che rientrano nella perimetrazione del SPCC vi sono da considerare anche le organizzazioni non-profit (37.668) che si occupano di cultura e creatività (il 10,4% del totale delle organizzazioni attive nel settore non-profit), le quali impiegano più di 21 mila tra dipendenti, interinali ed esterni (il 2,3% del totale delle risorse umane retribuite operanti nell’intero universo del non-profit). Cosa si intende per Sistema Produttivo Culturale e Creativo Il rapporto analizza il Sistema Produttivo Culturale e Creativo, ovvero tutte quelle attività economiche che producono beni e servizi culturali ( core), ma anche tutte quelle attività che non producono beni o servizi strettamente culturali, ma che utilizzano la cultura come input per accrescere il valore simbolico dei prodotti, quindi la loro competitività, che nello studio definiamo creative-driven. All’interno del core coabitano attività molto diverse tra loro, accomunate dalla produzione e veicolazione di contenuti culturali e creativi. Dalle attività di conservazione e valorizzazione del patrimonio storico-artistico (attività dei musei, biblioteche, archivi, monumenti), alle arti visive e performative (attività dei teatri, concerti, etc.). A queste si aggiungono attività che operano secondo logiche “industriali” (musica, videogame, software, editoria, stampa), quelle dei broadcaster (radio, televisione), fino ad arrivare ad alcune attività appartenenti al mondo dei servizi (comunicazione, architettura, design). Lombardia e Lazio regioni che producono più ricchezza con la cultura Le regioni maggiormente specializzate nella cultura e nella creatività sono proprio la Lombardia e il Lazio. In particolare, la Lombardia genera il più alto valore aggiunto nell’ambito del sistema, con 26,4 miliardi di euro, pari al 27,6% della intera filiera e al 6,8% della ricchezza prodotta nella regione. In termini occupazionali, la regione impiega 353 mila addetti, incidendo per quasi un quarto sull’occupazione nazionale della filiera culturale e creativa e per il 7,2% sul totale economia. Il Lazio, con Roma come suo principale centro turistico e culturale, contribuisce per il 15,0% alla filiera nazionale e il 7,6% all’intera economia regionale, con un valore aggiunto di La Rivista · Settembre 2023 68 Le attività di videogiochi e software hanno aumentato la ricchezza prodotta del +9,6%

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