La Rivista

1848-2023: 175° anniversario della Costituzione svizzera «Tutti gli Svizzeri sono uguali di fronte alla legge. Nella Svizzera non vi ha sudditanza di sorta, non privilegio di luogo, di nascita, di famiglia o di persona» Dopo aver spazzato via l’ Ancien Regime con la conquista di Berna del 5 marzo 1798, le truppe francesi, sostenute anche da alcuni esponenti dei Baliaggi che speravano di affrancarsi dal dominio dei Cantoni sovrani, imposero una costituzione unitaria redatta a Parigi sul modello di quella francese, senza tenere conto delle tradizioni, degli usi e dei costumi particolari locali. Dalla Repubblica Elvetica al Patto del 1815 Per volere di Napoleone fu fondata cosi la Repubblica Elvetica, che, proprio perche imposta dall’esterno, ebbe, sin dal suo nascere, vita difficile e tormentata da dissidi e proteste, che portarono tanti politici a sperare nell’intervento della Seconda coalizione antifrancese per restaurare il vecchio sistema. I loro sogni sembrarono avverarsi dopo che, nella Prima battaglia di Zurigo (4-7 giugno 1799), i francesi, comandati dal generale Andrea Massena, furono parzialmente sconfitti dagli austriaci, ma quando, tra il 25 e il 27 settembre dello stesso anno, Massena riusci a sbaragliare, sempre a Zurigo, le truppe austro-russe dei generali Friedrich von Hotze e Aleksandr Korsakov, la restaurazione, almeno per il momento, dovette essere archiviata. Seguirono allora tre anni di vera e propria anarchia, durante i quali tutti lottavano contro tutti: vecchi baliaggi contro Cantoni sovrani; campagne contro citta; difensori delle nuove idee contro i nostalgici del vecchio regime; federalisti convinti contro separatisti accaniti; cattolici contro riformati. In quel caos c’era anche chi pensava di aggregarsi all’Austria (cattolici) e chi, invece, di unirsi alla Francia (romandi). In quei frangenti furono allora varate ben cinque costituzioni diverse e tra loro contrastanti. In un momento di tanto disordine, per ironia della sorte, l’unico a volere fortemente l’unita della Svizzera era Napoleone Bonaparte, che aveva particolare bisogno delle sue truppe e dei suoi valichi alpini per portare avanti il suo progetto di conquista e di dominio. Cosi, il futuro imperatore dei francesi, avvalendosi dei suoi poteri di Primo Console, convoco a Parigi i rappresentanti di tutte le parti in causa e, il 19 febbraio 1803, impose loro un Atto di mediazione, aggiungendo ai tredici vecchi Cantoni altri sei nuovi (Argovia, Grigioni, San Gallo, Ticino, Turgovia e Vaud), che costituirono la Confederazione Elvetica. Come garante della tranquillita raggiunta, Napoleone impose un patto, che prevedeva, tra l’altro, la messa a sua disposizione di quattro reggimenti di soldati svizzeri (da 12 a 16 mila uomini), minacciando, in caso di opposizione, l’annessione di tutta la Confederazione. Dopo la sconfitta definitiva di Napoleone, con il Congresso di Vienna, con il varo del Patto del 1815, alla Svizzera dei 19 Cantoni se ne agdi Tindaro Gatani La Rivista Cultura La Rivista · Settembre 2023 48

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