La Rivista

anche, in minor numero, di destra. I primi lavori si svolsero sotto la presidenza del socialista Giuseppe Saragat e dopo le sue dimissioni sotto quella del comunista Umberto Terracini. Una Commissione di 75 deputati, scelti in proporzione alla consistenza numerica dei gruppi, fu incaricata di redigere un progetto, la cui elaborazione durò dal 20 luglio 1946 al 31 gennaio 1947. I lavori per l’approvazione definitiva durarono dal 4 marzo al 22 dicembre 1947: in tutto si tennero 170 sedute, furono esaminati 1.663 emendamenti dei quali 292 furono accolti. Gli interventi furono 1.090 e le votazioni 23 per appello nominale e 43 a scrutinio segreto. Il testo finale risultò di 139 articoli più 18 norme transitorie e finali. Il tutto diviso in due parti: la prima riguardante i principi fondamentali ed i diritti e i doveri dei cittadini; la seconda l’ordinamento della Repubblica. La Costituzione delinea uno Stato ampiamente decentrato con istanze di democrazia rappresentativa (Camera dei deputati e Senato della Repubblica) e di democrazia diretta esercitata con la possibilità di presentazione di progetti di legge concessa, oltre che al Governo ed ai parlamentari, anche ad un determinato numero di cittadini (referendum). L’amministrazione della cosa pubblica è esercitata anche dalle Regioni, dalle Province e dai Comuni, tutti organi elettivi. Al Presidente della Repubblica, eletto per 7 anni dalle due Camere riunite in seduta comune spetta la scelta del Presidente del Consiglio e, su indicazioni di quest’ultimo, la nomina dei ministri. Il Presidente della Repubblica, rappresenta l’unità nazionale, può sciogliere le Camere, indire le elezioni, concedere la grazia, ha il comando delle Forze armate e la presidenza del Consiglio superiore della magistratura. La Costituzione, entrata in vigore il 1° gennaio 1948, ha dato all’Italia stabilità politica, democrazia e libertà di espressione. Nel giro di pochi decenni, l’Italia dell’analfabetismo, della povertà e delle avventure belliche fasciste, si sarebbe trasformata in una delle maggiori potenze economiche ed industriali del Mondo, giocando anche un suo specifico ruolo per la coesistenza pacifica tra i popoli. Un assetto costituzionale democratico Buona parte di questi successi sono sicuramente da attribuire all’assetto costituzionale che, dopo il ventennio oscurantista fascista, dava all’Italia una Carta con un calcolato equilibrio dei poteri, che escludeva il varo di governi forti, che avrebbero potuto riportare lo Stato ad una nuova deriva totalitaria. Certo, nel tempo non sono mancati i tentativi di colpi di mano contro le istituzioni, ma proprio quella Carta ha fornito sempre le basi per poter ricorrere ai rimedi necessari e riportare l’Italia sul binario della democrazia. Le proposte di sostanziali cambiamenti della Carta costituzionale, prima sotto il Governo Berlusconi nel 2006 e poi sotto quello di Renzi nel 2016, sono stati bocciati dai referendum popolari, lasciandone immutati i suoi principi originali fon1948-2023, logo ufficiale per i 75° anniversario della Costituzione italiana La Rivista Cultura La Rivista · Settembre 2023 46

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