mento, semplice gioia di vivere e di stare tutti insieme senza discriminazioni razziali, territoriali ed altro. Quante città posso vantare questo cambiamento! Come diceva il grande Totò: “È la somma che fa il totale.” Già dal XIV secolo Napoli era considerata capitale della moda e della sartoria. Dopo un periodo di declino durante l’età Borbonica, tra il XIX e il XX secolo, la moda a Napoli ha ritrovato il prestigio di un tempo, affermandosi per quella che è oggi: espressione di assoluta eleganza. Le sartorie famose sono soprattutto quelle per l‘abbigliamento maschile, giusto? Si confezionano abiti e camicie su misura che vengono esportati in tutto il mondo? La moda è importante per l’economia nazionale, gli stilisti vengono da varie parti d’Italia. Milano, naturalmente, è la vetrina. Ma Napoli vanta una sartoria maschile erede di un’eleganza per pochi. La maggior parte dei guanti prodotti in Italia provenivano da Napoli. Ci sono molti artigiani come ad esempio Talarico, presente dal 1860, in grado di fare ombrelli a mano ancora oggi, che raggiungono anche le teste coronate d’Europa. Le eccellenze partenopee non sono poche. Si tende a enfatizzare i lati negativi, oppure vengono dette verità parziali. I media sono molto coinvolti in questa disinformazione. Io preferisco combattere questa ignoranza con l’informazione, la conoscenza. Ciò che riguarda Napoli, nel bene, vie ne purtroppo quasi sempre omesso. Quali sono le altre nicchie di produzione che fanno girare la ruota dell‘economia partenopea? Ci sono persone che investono, incluse grandi industrie. Bisogna però tener conto che cambiano le politiche economiche. C’era la Whirlpool di Napoli, che ha avuto persino dei premi. Purtroppo è stata chiusa, evidentemente si guarda altrove. La Apple investe in una zona della città dove una volta c’erano industrie, come anche il Teatro di San Carlo. Passi da gigante ha fatto ultimamente il MANN: ci spieghi di cosa si tratta e cos‘è stato fatto? MANN(Museo Archeologico Nazio nale di Napoli) è un museo importantissimo, fra i più importanti al mondo, rinato dopo l’arrivo dell’ultimo direttore che ha creduto molto nei legami di centri culturali con la città e con le Istituzioni. Si cambia, ma ci vuole tempo per sensibilizzare chi di dovere. Poi ci sono realtà come il Museo di Capodimonte che chiude, in parte, per lavori importanti. Così circa 60 opere andranno al Louvre di Parigi, per far conoscere il museo. Ma funziona davvero così il marketing? Vesuvio, Campi Flegrei: a Napoli e dintorni si vive con la consapevolezza di un‘imminente eruzione? Come gestiscono i napoletani le loro paure? O non ci si fa caso e si vive a giornata? L’Italia è un paese giovane, coL’Italia era una meta prediletta della nobiltà europea ed il Grand Tour rappresentava un’occasione unica per conoscere un paese così diverso. Goethe, qui in una riproduzione che lo vede fra Napoli e Pompei, ne parla nel suo Viaggio in Italia. A lui si deve la celebre frase: “Vedi Napoli e poi muori” La Rivista · Settembre 2023 38
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