La Rivista

Interessante l’approccio della società EDGE Strategy che opera con una metodologia proprietaria esclusivamente sulla dimensione sociale fornendo addirittura tre livelli di certificazione sulla equità di genere Il criterio Sociale considera le relazioni con lavoratori, clienti, fornitori e la comunità in cui l’azienda opera, tanto che qualcuno propone di considerare la S come iniziale di stakeholder. In questo caso si assiste ad una evoluzione in corso ove al tema dei diritti umani, delle condizioni contrattuali e della salute sul luogo di lavoro, si sono affiancati aspetti di diversità e inclusione sempre più articolati per genere, etnia, età, identità e orientamento sessuale, disabilità. In questo caso le misurazioni sono meno avanzate anche se in rapida evoluzione come vedremo più avanti. Il criterio Governance è quello decisamente più normato perché riguarda struttura e funzionamento del consiglio di amministrazione, i processi di gestione del rischio, l’integrità aziendale e la trasparenza amministrativa e fiscale. Parametri standardizzati e condivisi I criteri ESG stanno diventando sempre più importanti tanto che i regolamenti delle società quotate in borsa in Europa impongono di avere obiettivi esplicitati raccogliendo così la pressione crescente dell’opinione pubblica su questi temi. Lo scopo è avere parametri standardizzati e condivisi mentre per lungo tempo l’impegno ambientale, sociale e le buone pratiche di governance sono state una scelta libera da parte delle organizzazioni che le comunicavano nelle forme più diverse con qualche tentazione di manipolazione dei dati. Oggi si lavora per arrivare a criteri di misurazione oggettivi e condivisi che consentano anche comparazioni. La storia ci racconta che l’approccio ESG è nato negli anni 70 concentrandosi soprattutto sull’impatto ambientale dello sviluppo economico, nel 1987 le Nazioni Unite introdussero il concetto di sostenibilità allargato che si è evoluto fino al 2015 quando l’Assemblea Generale dell’ONU (ovvero i governi dei 193 Paesi membri) sottoscrissero l’Agenda 2030 contenente 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile articolati in azioni riguardanti 169 target con impegni per le persone, la prosperità e la salvaguardia del pianeta. I contenuti riguardano, tra l’altro, il diritto alla salute, all’istruzione, alla dignità nel lavoro, nuovi modelli di produzione e consumo, l’uguaglianza sociale e di genere, la giustizia e la pace. Nel 2015 viene anche firmato l’accordo di Parigi sul cambiamento climatico. Creare valore per tutti Riassumendo, l’idea al centro dei fattori ESG è semplice: le imprese hanno maggiori probabilità di avere successo e di generare ottimi rendimenti se creano valore per tutti i soggetti interessati, ossia dipendenti, clienti, fornitori e la società in generale, incluso l’ambiente, non solo per i loro proprietari. Di conseguenza, l’analisi ESG si concentra sul modo in cui le aziende operano nella società e su come ciò influisce sulle loro performance attuali e future. La valutazione non riguarda solo ciò che l’azienda sta facendo oggi, un esame delle tendenze future è essenziale e dovrebbe includere intrinsecamente i cambiamenti dirompenti che possono avere conseguenze significative sulla redditività futura di un’azienda o sulla sua stessa esistenza. Comportamenti aziendali di buona cittadinanza In questo contesto mi sembra molto La Rivista · Settembre 2023 27

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