La Rivista Italiche nica in cui gli impieghi delle medie imprese (782 mila) ha superato quella delle piccole imprese (748 mila). Il Nord-Est è la seconda zona più rilevante in termini occupazionali, con 1,1 milioni di addetti (26% del totale). Nel Centro e Mezzogiorno le PMI contribuiscono in maniera minore con rispettivamente 860mila (19,6%) e 853mila unità (19,4%). A livello regionale, la Lombardia si conferma la regione col numero maggiore di addetti PMI (più di 1 milione) e un valore più che doppio della seconda, il Veneto, con 506 mila impiegati. Le regioni con le percentuali più elevate di addetti in piccole imprese sono la Sicilia (60,3%), la Campania (60,1%) e il Molise (59,9%). Le regioni con più addetti nelle medie sono invece la Valle d’Aosta (55%) e la Lombardia (51,8%). Gli ultimi dati di bilancio mostrano come le PMI generino un fatturato pari a 904,2 miliardi di euro, un valore aggiunto pari a 216,9 miliardi e debiti per 280,3 miliardi. Il Nord-Ovest è l’area in cui le PMI hanno il peso economico maggiore rispetto al totale; qui è prodotto il 38,4% del fatturato totale (357,2 miliardi), il 38,3% del loro valore aggiunto (84,4 miliardi) e si osserva un’esposizione di crediti il 41,3% del totale dei debiti PMI (115,9 miliardi). Al Centro e Mezzogiorno, nonostante entrambe le zone ospitino poco più del 20% delle PMI italiane, nel Centro si osserva un’attività più consistente. Le PMI del Centro generano 159,7 miliardi di fatturato e 37,7 miliardi di valore aggiunto; nel Mezzogiorno si registrano valori più ridotti, con le PMI che producono 144,6 miliardi di fatturato e 33,7 di valore aggiunto. Una differenza motivata col fatto che al Centro le prime sono circa il 10% in più rispetto al Mezzogiorno. In calo le società di capitali A livello settoriale, la gran maggioranza delle PMI opera nel settore dei servizi (53,9%). Il secondo settore in termini di numerosità di PMI è l’industria (27,8%), seguito poi dalle costruzioni (14,6%), utility ed energia (2,1%) e agricoltura (1,6%). A livello regionale, Sicilia e Calabria presentano un’elevata specializzazione nella distribuzione (rispettivamente con il 28,7% e il 28,1%). Il Lazio registra la percentuale più elevata di PMI nei servizi (72,1%), sospinta da un’elevata concentrazione in informazione e intrattenimento (10,3%) e servizi non finanziari (29,3%). Al Nord, si riconosce elevata specializzazione nella meccanica in Emilia-Romagna (12%) e Veneto (9,8%). Nel 2022 sono nate 89.192 società di capitali in Italia: il 10,6% in meno rispetto al 2021. Il calo delle società di capitali ha riguardato ogni zona del Paese: -10,1% nel Nord-Est, -8,2% nel Nord-Ovest, -10,1% nel Centro e -13,2% nel Mezzogiorno. Il Nord-Est si conferma la regione in cui nascono il minor numero di società di capitali, tendenza invariata dal 2007 ad oggi. Sul totale delle nuove nascite, il 39,6% è costituito da S.r.l. semplificate. Questa tipologia di azienda è presente maggiormente nel Mezzogiorno (49%) e Centro (44,4%), mentre è meno diffusa nelle aree settentrionali (35% nel Nord-Est, 26,9% nel Nord-Ovest). A livello regionale, Calabria e Molise si confermano le regioni con una maggiore incidenza delle S.r.l. semplificate, con rispettivamente il 54,9% e il 51,6% del totale; all’estremo opposto dello spettro troviamo invece regioni settentrionali, ovvero Lombardia (23,7%) e Trentino-Alto Adige (24,8%). Il 70% delle esportazioni delle PMI è concentrato in due aree: UE (la metà delle vendite) e Paesi non UE, con una quota del 14%. Seguono NordAmerica e Asia Orientale. A guidare la crescita dell’export 2023 saranno Medio Oriente, Asia orientale e centrale, mentre l’anno prossimo le attese sono incentrate in Africa subsahariana, America centro meridionale e settentrionale. Su tre PMI esportatrici, due sono attive nella manifattura (35 mila imprese) e l’80% riguardano la meccanica strumentale, i prodotti in metallo, alimentari e bevande, secondo una ricerca di Sace pubblicata in settembre al convegno The European House Ambrosetti. La Rivista · Settembre 2023 9
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