La Rivista

La Rivista L’Italia da bere sta sanitario ma, evidentemente, con qualche squilibrio nella loro matura- zione. Queste note vanno viste in ge- nerale poiché come ben sappiamo la zona del Chianti Classico si estende in un vasto areale, anche di diverse altitudini (arriva sino a superare i 700 m/slm) e le uve danno prodotti davvero diversi. L’andamento nel ca- lice è risultato pertanto altalenante, con vini ben riusciti, anche di buona qualità, ma anche con campioni meno convincenti sia dal lato olfat- tivo che nella degustazione di bocca con acidità vive e tannini ancora “ru- spanti” ma salvabili dalla parte della fruttuosità matura che ben sostava nel retrogola. Diamo tempo al tempo che certamente farà bene al vino. La mia degustazione personale La mia personale degustazione al tavolo è avvenuta con tre colleghi: un veronelliano, Gigi Brozzoni, un siciliano dell’ONAV, Luigi Salvo e un giapponese (il più italiano di tutti), Shigeru Hayashi, grande degustatore, giornalista e scrittore con testi in giapponesi (al suo dodicesimo libro sui vini e sui prodotti tipici italiani, ex ristoratore, il primo a portare in Italia il sushy nel 1986; il volume di quest’anno: Grappa book in lingua giapponese con 94 produttori da Di- stillerie Alfons Walcher a Distillerie Bonollo). A conti fatti di 511 vini ne abbiamo degustati, in quattro sedute, 230 tra i Classici d’annata (2021/2020), le Riserve (2020/2018) e Gran Selezio- ne (2019/2016). A mio avviso molto ci dobbiamo aspettare dall’annata 2020 che ci offrirà vini significativi, espressivi e longevi. Acidità e i tanni- ni sono molto evidenti ma sostenuti da frutta matura, con una bocca ele- gante e di ottima chiusura. I 12 vini più coinvolgenti tra i Classici 2020 : Bertinga La Porta di Vertine; Borgo Scopeto; Aria Casa al Vento; Castello della Paneretta; Castello di Bossi; Colombaio di Cencio; Fietri; Fontodi; I Sodi; Le Masse; Ormanni; Tenuta di Bibbiano. Tra le Riserve 2020 , la top ten: Anti- nori Marchesi Antinori; Castello di Volpaia; Castello di Vicchiomaggio; Agostino Petri; Dievole Novecento; Felsina Rancia; Le Miccine; Ricasoli Brolio; Rocca delle Macìe; Ruffino Ri- serva Ducale; Tenuta di Arceno. Passando alla Gran Selezione 2020, segnalo la prima sestina: Brancaia, Carpineto, Castello di Fonterutoli Vi- coregio, Castello di Querceto La Corte, Fontodi Vigna del Sorbo. E per la Gran Selezione 2019 , segnalo la top ten: Casa Emma, Castello di Volpaia Coltassala, Colombaio di Cen- cio, Famiglia Zincarelli Sergio, Felsi- na Colonia, Le Fonti Panzano, Quer- ceto di Castellina Sei, San Fabiano Calcinaia Cellole, Tenuta di Bibbiano Vigna del Capannino, Tolaini Vigna Montebello Sette. Tra le due Gran Selezione (2020 e 2019) la prima (meno campioni) si è distinta per le note di frutta rossa fre- sca con finali balsamici e per un sor- so equilibrato anche se i tannini sono ancora ben presenti ma non ruvidi con retrogola di cioccolato mentolato. La vendemmia del 2019, invece, è di certo in perfetta forma sia per la par- te olfattiva ricca di frutta rossa picco- la e spezie dolci (anice stellato, noce moscata, zenzero) che per la parte gustativa che è ancora più comples- sa, di grande struttura, con tannini levigati e retrogola salino e minerale con punta balsamica. Vini che si pos- sono dimenticare in cantina. La Rivista · Marzo 2023 85

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