La Rivista
La Rivista · Marzo 2023 81 A seguito dello studio citato sopra e di molti altri studi a supporto, l’industria alimentare si è ingegnata per introdurre sul mercato dolcificanti diversi, non più artificiali ma di derivazione naturale, come per esempio gli steviosidi, estratti dalle foglie di stevia e l’eritritolo, deriva- to dalla fermentazione dello sciroppo di mais, nel tentativo di evitare l’intoppo che vi ho descritto (e che intoppo!). Stu- di recenti però hanno evidenziato che anche la stevia ha effetti simili sull’al- terazione dl microbiota intestinale (2), conducendo i ricercatori a consigliare un ripensamento, riguardo all’utilizzo diffuso dei dolcificanti nei pazienti con diabete mellito (3). L’ultima “bomba” a proposito dei dolci- ficanti, riguarda infine l’eritritolo, con- sigliato a piene mani in moltissimi siti di ricette “light”, nonché da una…nutrita schiera di professionisti della salute (non guardate me, però). Secondo un articolo pubblicato quest’anno, ancora su Nature (4), l’uso regolare di eritritolo è direttamente connesso a un aumento di rischio di infarto e di trombosi, tanto da portare i ricercatori a raccomandare una revisione degli studi sulla sicurez- za di questo dolcificante. Adesso voi mi direte: sì, ma mia zia usa i dolcificanti da tutta la vita e sta benissimo, così come sta benissimo il centenario cresciuto a pane e sigarette “Nazionali”. Ma l’aneddotica sta da una parte e il metodo scientifico da tutta un’altra. Diversi aneddoti simili non di- mostrano nulla, perché le condizioni in cui avvengono non sono paragonabili e ciascuno fa per sé. Il metodo scientifico richiede invece che, se io conduco un esperimento di venti laboratori diversi, applicando le stesse condizioni, il ri- sultato sia lo stesso. Fate voi di cosa è meglio fidarsi. Scavalcato il piccolo scoglio dell’aned- dotica, la prossima domanda che mi farete, immagino, è: “ Ok, ma allora io come faccio a mangiare regolarmente cose dolci senza ingrassare? ”. A questo punto, se io fossi molto cattiva, o voles- si diventarvi molto antipatica, potrei rispondervi di provare a trasferirvi nel Magnifico Mondo di Oz o sull’Isola che non c’è. Scherzavo, via, si sa che sono bravissima e simpaticissima, quindi vi risponderò in altro modo. Innanzitutto, dobbiamo distinguere tra dolce e dolcissimo. O meglio, dobbiamo allenarci a non confondere più il dolcis- simo con il dolce. Per farla semplice, se mangio tutti i giorni caramelle o masti- co gomme alla fragola, non posso pre- tendere di percepire appieno il delizioso sapore delle fragole vere. In questo esercizio, dovremo essere tanto bravi e determinati da eliminare l’eccesso di gusto dolce, per esempio dimezzando la quantità di zucchero indicata nella ricetta di una torta, oppure passando dal cioccolato al latte a quello fondente 85%, oppure eliminando lo zucchero (e il dolcificante) dal caffè. Potete scegliere passaggi graduali, oppure l’”effetto ce- rotto”, in entrambi i casi sarete sorpresi, solo dopo poche settimane, di quanto il vostro gusto sia cambiato. E sapete qual è l’effetto più bello di questo cambio di gusto? Che quando sceglierete di mangiare un dolce, lo apprezzerete talmente, che ne resterete soddisfatti più a lungo e con una minor quantità, così non metterete neanche più a rischio la linea, quella volta che avrete l’occasione di preparare una tor- ta o di accettare un pasticcino. Un’altra cosa che potete fare, per gu- starvi senza paura una piccola porzione di dolce, è inserirla a colazione o a chiusura del pranzo: il corpo, infatti, si trova ancora in una fase “catabolica” (ossia tende a consumare, più che ad accumulare) e brucerà con più facilità quelle calorie in più. Inoltre, il consu- mo di un pasto bilanciato e completo (cereali integrali o legumi, verdura in abbondanza, proteine nobili…e se non sapete di cosa sto parlando, potete sbirciare i miei articoli precedenti) ral- lenterà l’assorbimento dello zucchero a livello intestinale, mitigando l’effetto “ingrassante” del saltuario cioccolatino o dell’occasionale fettina di torta gustati con il caffè (amaro). E poi, come diceva il mio amato Oscar Wilde, “ il modo migliore per vincere le tentazioni è cedervi ”. Ma mi raccoman- do, una volta ogni tanto, che solo Dorian Gray poteva scaricare i suoi eccessi sul quadro…e non ha funzionato tanto bene nemmeno lì! Un dolce saluto dalla vostra consulente nutrizionale Dr. Tatiana Gaudimonte info@loveyourbody.ch #loveyoubody#loveyourself #nutrizione #salute #dolce #zucchero #dolcificanti Fonti: 1. Suez, J., Korem, T., Zeevi, D. et al. Artificial sweeteners induce glu- cose intolerance by altering the gut microbiota. Nature 514, 181–186 (2014). https://doi.org/10.1038/na- ture13793 2. Tiphaine Le Roy, Karine Clément. Bittersweet: artificial sweeteners and the gut microbiome. Nature Medicine, 2022, 28 (11), pp.2259- 2260. ff10.1038/s41591-022-02063- zff. ffhal-03985171f 3. E. Griffo et al., Dolcificanti natu- rali e artificiali: effetti metabolici e loro utilizzo nelle persone con diabete, GIORNALE ITALIANO DI DIABETOLOGIA E METABOLISMO 2017;37:187-193 4. Witkowski, M., Nemet, I., Alamri, H. et al. The artificial sweetener erythritol and cardiovascular event risk. Nat Med (2023). https://doi. org/10.1038/s41591-023-02223-9
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