La Rivista
Il desiderio profondo di ritrovare la voce rimasta silente L’esigenza impellente e profonda di Christina, trasformata verso l’età di sessant’anni anni in un concreto obiettivo di studio definito esplicita- mente come desiderio di migliorare la propria abilità di scrivere in ita- liano, è in realtà molto di più: il de- siderio profondo di ritrovare la voce rimasta silente, la parte di identità di cui si è sentita privata, per diventare ed esprimere appieno la persona che sa e sente di essere: “ Ma lo sento: sto per ritrovare questa mia voce ”. (p. 37) In questa avventura di salvataggio della lingua a lungo negata han- no svolto ruoli determinanti sia la madre Graziella sia la docente Alessandra. Nelle loro lettere esse esprimono genuina comprensione e incoraggiamento costante. La madre capisce in quanto persona perfetta- mente consapevole di che cosa abbia significato per lei stessa, e poi per la figlia, rinunciare alla propria lingua materna dando la priorità all’integra- zione, anzi all’assimilazione. La do- cente assiste allo sviluppo interiore e linguistico di Christina, svolgendo un ruolo non strettamente didattico, ma in senso lato maieutico. Leggendo, osserviamo al progressivo consoli- darsi di relazioni già affettivamente forti, ma poi sempre più significative. Alla fine (provvisoria, si presume) del proprio straordinario viaggio di perfezionamento linguistico e di individuazione, si direbbe con Carl Gustav Jung, Christina ha ritrovato non solo la sua voce nascosta, bensì anche la sua “casa-lingua”, espressio- ne ricorrente nel libro perché legata alla vicenda non banale di una casa di famiglia situata in Ticino. Così sin- tetizza Alessandra: “ Semplicemente ti stai ritrovando in una casa in cui hai sempre abitato ”. (p. 151) Le lingue sono organismi non imbalsamati, ma vivi e dinamici Un aspetto forse meno centrale, ma pur sempre degno di nota e po- tenzialmente oggetto di posizioni e valutazioni contrastanti, è la scelta filologica del lettorato, che è stato cu- rato in prima istanza, ma non esclu- sivamente, dalla docente Alessandra. Si sa che le lingue sono organismi non imbalsamati, ma vivi e dinamici, sempre espressioni di esperienze in- dividuali e collettive, che sono a loro Un epistolario a tre voci: Christina, Alessandra e Graziella (da sin in senso orario) La Rivista · Marzo 2023 69
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