La Rivista
menti e servizi sociali che furono all’avanguardia e servirono poi da base di discussione per la stipula dei contratti di lavoro di tutto il settore commerciale svizzero. Franz Anton fu l’ultimo della famiglia e tenere strette le redini della grande impre- sa, suo figlio Hans Jelmoli (1877- 1939), aveva scelto, infatti, di seguire la carriera artistica come musicista e compositore, divenendo direttore d’orchestra ai teatri dell’opera di Magonza (1898-1899) e di Würzburg (1899-1900). Rientrato a Zurigo, fu attivo come pianista, critico musi- cale per la Zürcher Post (1906-1911) e compositore di opere vocali. L’adat- tamento musicale di canzoni ticinesi e svizzero-tedesche, testimoniano la spiccata affinità del suo stile con la musica popolare. Intanto la proprietà dei Grandi Ma- gazzini Jelmoli cominciava a passa- re di mano in mano: nei primi anni Venti venne acquisita dall’Union Trading Company (UTC), una So- cietà di Basilea impegnata tra doveri missionari ed interessi economici. Con il passare del tempo altri gran- di azionisti si avvicendarono nella gestione. Cominciava così il balletto per il controllo del pacchetto di mag- gioranza, che nel 1940 era detenuto dagli editori Ringier, nel 1969 dal Credito Svizzero e poi di nuovo dal 1977 al 1996 dalla UTC Internaziona- le AG. Con l’aiuto del Dizionario sto- rico della Svizzera (DSS, online , alla voce Jelmoli) e di altre fonti stiamo ricostruendo i vari passaggi più sa- lienti della proprietà. Dopo l’ampliamento della Casa madre (1931-1961), la Jelmoli aveva aperto, a partire dal 1954, tutta una rete di filiali, acquisendo partecipa- zioni nei grandi magazzini Innova- tion e Au Grand Pasagge a Losanna e a Ginevra. Nel 1968 spostò la sede del centro acquisti e delle vendite per corrispondenza a Otelfingen (ZH). Nel decennio seguente (1970- 1980) intraprese nuove attività, en- trando nel settore viaggi e pulizie ed acquistando partecipazioni aziona- rie in istituti commerciali in Austria, Belgio, Francia e Stati Uniti d’Ameri- ca. Impegni che avevano fatto lievi- tare il numero dei dipendenti che era passato dai 72 iniziali del 1899 a 875 nel 1935, a 1300 nel 1945, a 2700 nel 1966 e, addirittura, a 5200 nel 1988. L’anno dopo, 1989, la Jelmoli Viaggi, unendosi con la Hans Imholz Hol- ding AG, diede origine a alla Jelmoli Reisen. Nel 1995 la società fu trasformata nella Jelmoli Holding, il cui pacchet- to azionario di maggioranza fu cedu- to l’anno dopo al gruppo ginevrino Maus Frères della Walter Fust AG. Tra gli impegni assunti allora dalla Fust AG c’era stato anche quello di lasciare unito il grande complesso delle aziende Jelmoli e di mantenere l’allora livello occupazionale. L’im- pegno non fu tuttavia mantenuto e sotto la gestione di Walter Fust, socio di maggioranza dal 1996 al 2003, furono ridotte alcune attività con scarso profitto e furono chiuse o dismesse a tutto vantaggio del ma- nagement immobiliare. Si parlò, allora, di gravi difficoltà finanziare della Jelmoli Holding e di una eventuale chiusura dei Grandi Magazzini (vedi La Rivista , nov. 2007, pp. 51-53). Il finanziere tedesco Georg von Opel, nuovo socio di mag- gioranza dal 2004, tentò, insieme ad una cordata di investitori internazio- nali, di far quadrare i conti, cedendo per 900 milioni di franchi svizzeri, la Fust AG alla Coop, e vendendo alcune attività immobiliari per 3,4 miliardi di franchi. Fu una boccata di ossigeno che avrebbe allungato l’esistenza dei grandi Magazzini Jel- moli fino al recente annuncio della chiusura definitiva. Il catalogo della Jelmoli del 1952 in occasione del 100° annversario dell’Esercito federale La Rivista · Marzo 2023 59
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