La Rivista

Breve storia dell’orologeria dal XIVal XXI secolo Un viaggio attraverso gli eventi socio-economici e tecnologici che hanno influenzato il progresso dell’orologeria inEuropa L ’ ascesa dell’orologio meccanico Non ci sono prove su chi abbia inventato l’o- rologio meccanico o su quando sia apparso per la prima volta. Il primo riferimento letterario a un orologio meccanico è presente nella Divina Commedia (scritta tra il 1308 e il 1321) di Dante Alighieri, dove il som- mo poeta descrive i ruotismi e gli ingranaggi di un orologio meccanico collegati al suono di campane che annunciano il passare del tempo. In Europa, durante il XIV e XV seco- lo, gli orologi meccanici divennero onnipresenti nelle torri e sui campa- nili, nei palazzi reali o negli edifici governativi. Erano regolati in base alle meridiane 1 ed erano collegati a campane che battevano le ore. Nel 1337, Galvano Fiamma (1283-1344), cronista dominicano di Milano, noto anche per aver redatto una mappa della città nel 1330, ci racconta che il primo orologio meccanico della città fu installato nella torre della chiesa di San Gottardo in Corte. Gli orologi di questo periodo, come quello di San Gottardo in Corte, era- no a pesi (cioè a caduta) e dovevano essere caricati periodicamente, ad esempio una volta al giorno o alla settimana. Furono il risultato di una maggiore abilità nella lavorazione dei metalli da parte di fabbri e oro- logiai e di una migliore capacità di realizzare componenti metallici più resistenti, flessibili e dalle forme più sofisticate. Erano fatti di ferro, ma più tardi nel XVII secolo, gli orologiai iniziarono ad usare l’ottone, perché a differenza del ferro non si arruggi- niva ed era più duttile e malleabile ( Fig. 1 ). All’inizio del XV secolo comincia- rono a comparire orologi da torre con quadranti, i quali indicavano le ore con una lancetta e spesso includevano informazioni sulla posizione delle stelle e dei pianeti, e sulle fasi lunari. Spesso le torri degli orologi erano ornate da automi che rappresentavano l’atto di battere le campane e suonare l’ora (ad esem- pio, il campanile dell’orologio di San Marco a Venezia). Gli orologi di questo periodo erano ancora molto imprecisi. di Sergio Galanti La Rivista Visioni del tempo La Rivista · Marzo 2023 49

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