La Rivista

(Per inciso, un tempo alle nostre latitudini si diceva piuttosto che era Gesù bambino incaricato di premiare i bimbi buoni con dei doni). Si sa che i piccini sono dei veri specialisti del pensiero magico e per loro tutte le fantasie sono coerenti e accettabili. Fino a una certa età (5, 6 anni) Babbo Natale è una realtà! Gli studi ci dico- no che quando in seguito scoprono la bugia dei genitori non vivono turba- menti particolari; sono piuttosto i ge- nitori a provare nostalgia per questa connivenza ormai svanita. Ciò che non svanisce è comunque il gusto delle favole a qualsiasi età. Cambiano solo i personaggi. Diven- tare un adulto razionale e capace di impegnative attività intellettive non vuol dire perdere il gusto per le favole, anzi... Basti pensare al suc- cesso planetario di fumetti e film di avventure e missioni impossibili, al bisogno di credere agli oroscopi non- ché alle varie fandonie che circolano sui social e sono prese come verità indiscutibili. Quanti tipi di bugiardi esistono? Sostanzialmente vi sono due criteri che permettono di individua- re chi è più propenso a raccontare “balle” e chi meno: la motivazione e l’ autocompiacimento per l’efficacia delle proprie bugie. Le osservazioni mostrano che le per- sonalità meno motivate a mentire sono caratterizzate sul piano etico e intellettivo da qualità come : l’affida- bilità, la lealtà e il senso del dovere; la tendenza a riflettere prima di agire accompagnata da una spiccata coscienza delle conseguenze dei propri atti; una fondamentale perce- zione positiva di sé; una coerenza tra ciò che dicono e ciò che fanno. Al contrario, la motivazione a men- tire pare crescere nel caso di perso- nalità contraddistinte: da un ampio divario tra l’immagine ideale di sé e quella reale; da un forte bisogno di approvazione sociale; dall’assenza di scrupoli morali nell’abusare della buona fede altrui; dal timore di delu- dere le aspettative di persone impor- tanti ai loro occhi. Sul piano dell’affettività, le persone che hanno un vissuto di sofferenze psicologiche impregnate di senti- menti di impotenza e di solitudine appaiono meno inclini a mobilizzare le energie necessaire per mentire; l’inverso succede per chi ha tenden- ze megalomani e narcisistiche. Per quanto concerne l’autocom- piacimento per le proprie abilità di contafrottole questo è presente in molti bugiardi seriali (spesso anche ladri), che finiscono per alimentare una soddisfazione identitaria e un sentimento di superiorità attraverso: i successi nel manipolare le persone che danno loro fiducia; l’astuzia e le abilità dimostrate nel confezionare i vari inganni; la percezione ego- centrica che tutto è loro dovuto; la costante tendenza ad attribuire al mondo esterno la colpa di eventuali insuccessi. Non è semplice per tali figure cambiare vita e affrontare la fatica di un percorso di disintossica- zione dalla menzogna. Il film sul gio- vane Frank Abbagnale Jr. ci dice che è possibile, ma a certe condizioni… Per finire un’ultima domanda: È pos- sibile capire se abbiamo a che fare con un bugiardo, piccolo o grande che sia? Ne parleremo nella prossi- ma puntata… Nella categoria delle bugie conniventi possiamo mettere quelle che i genitori raccontano ai piccini per condividere con essi fantasiose atmosfere magiche, come ad esempio la favola di Babbo Natale La Rivista · Marzo 2023 48

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