La Rivista

è stato ripetutamente definito brutto e scadente, raccontare fatti falsi allo scopo di imbrogliare l’assicurazione, ecc… ecc… Allora tutto appreso e niente di in- nato!? In effetti c’è molto di appreso dall’ambiente, ma c’è anche qualcosa di innato. In particolare servono doti di intelligenza e fantasia, nonché una buona dose di energie per co- struire, come nel caso di Frank Aba- gnale jr, giganteschi inganni capaci di beffare il prossimo… seppure solo per un certo tempo. Quanti tipi di bugie esistono? Dagli studi e dalle osservazioni in materia è possibile ricavare una distinzione essenziale che risponde alla domanda fondamentale: a chi giova la distorsione della verità? Da un lato abbiamo le bugie cosid- dette altruiste (o bianche) , ossia det- te per non recare offesa o sofferenza agli altri, come per esempio dire a una persona che non vediamo da tempo: “ Ti trovo in forma, non sei affatto cambiato ” quando invece pensiamo “ Accidenti come è invec- chiato male! ”. Pare che in questo tipo di frottole siano più forti le donne. Va detto che sul piano psicosociale non si può fare una distinzione netta e mani- chea tra verità (il bene assoluto) e menzogna (il male assoluto), poiché le bugie possono svolgere spesso il ruolo di strategie culturali necessa- rie per la salvaguardia delle relazio- ni sociali. La colossale sfida nelle interazioni con gli altri, soprattutto in caso di divergenza dei punti di vista, è sempre quella di conciliare due obiettivi spesso antagonisti: esprimersi in modo autentico e non devastare la relazione. Per converso abbiamo le bugie egoi- ste (o nere) , dette nel solo ed esclu- sivo interesse del loro autore, che si tratti sia di conseguire un beneficio materiale, sia di abbellire la propria immagine e i propri successi. Que- ste bugie sono assai comuni nelle persone che hanno una fragilità psicologica di fondo – come gli ado- lescenti e gli individui frustrati – le quali tendono sistematicamente a vendersi per ciò che non sono. Tanto nel caso di bugie bianche che in quello di bugie nere si mente, ma con una differenza fondamentale però: l’intenzione o meno di ingan- nare il prossimo per il proprio torna- conto. Nelle bugie egoiste (il sinoni- mo menzogne è spesso usato in que- sto caso) troviamo tre ingredienti: la falsità (ciò che viene affermato non corrisponde alla realtà); l’ intenzione fraudolenta (vi è volontà e consa- pevolezza di trarre in inganno); la finalità di ottenere un vantaggio personale (per esempio, evitare una punizione od ottenere un guadagno in termini materiali o di immagine). Nelle bugie bianche è invece presen- te solo la prima componente. Ci sono ancora le bugie – come dire? – conniventi , da cui traggono vantaggio sia l’emittente che il ri- cevente. Un esempio tipico sono le bugie di gruppo dei militanti, sempre concordi nell’esagerare le malefatte e le colpe dell’avversario. Cambiando totalmente di contesto, mi viene da mettere in tale categoria anche le bugie che i genitori raccon- tano ai piccini per condividere con essi fantasiose atmosfere magiche, come ad esempio la favola di Babbo Natale, in cui i papà e le mamme cercano di dare un’aura di credibilità alla storia di un vecchietto lappone con la barba bianca che viaggia su una slitta trainata da renne volanti e che distribuisce nella notte Santa regali a tutti i bambini del mondo... Man mano che il bambino cresce diventerà sempre più abile nel servirsi delle bugie come scudo per proteggersi dalle punizioni. La Rivista · Marzo 2023 47

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