La Rivista

guidate alla Brixia romana spingen- do a “oohh” di meraviglia e, nei più entusiasti, proclamazioni di indub- bia superiorità rispetto alla Nike del Louvre e ad altri capolavori assortiti. Scorci di grande bellezza Qui a Brescia la separazione fra le parti antica e moderna non è marcata da antiche mura e dislivelli come a Bergamo, ma la stratificazio- ne fra tracciati longobardi, presenze veneziane e magnificenze rinasci- mentali regala scorci di grande bel- lezza. Il dinamismo di questa città “catto-calvinista” – come qualcuno l’ha definita – si avverte ovunque: alla compostezza d’antan dei luoghi tradizionali dello shopping, come la via X Giornate, si contrappone la creatività fra il vintage e il minimal di spazi come Areadocks, vecchio stabilimento ferroviario d’inizio No- vecento trasformato in contenitore di negozi, ristoranti, bar e hotel che si estende per un intero isolato a due passi dalla stazione. E se la sera ci si lascia alle spalle l’eleganza del centro per addentrarsi in aree più popolari e multietniche, oltre ai profumi di cucine medio- rientali, levantine e asiatiche si percepisce un tessuto palpitante di iniziative sociali, spazi alternativi, esposizioni improvvisate e non, che ti fa venir voglia di andare alla ri- cerca di quella vivacità intellettuale e di quello spontaneismo giovanile che nei centri storici gentrificati non hanno più diritto di cittadinanza. Come a Bergamo e forse ancor più, la compresenza di comunità ed et- nie diverse sembra essere un fatto acquisito. E a testimoniarlo sono le statistiche, che attestano ben 140 lingue parlate nel distretto brescia- no. I Macc de le ure – ovvero gli automi (i matti delle ore ) che segna- no il tempo della città colpendo la campana dell’orologio astronomico con i loro martelli – battono non da oggi il tempo dell’integrazione cultu- rale e del rimescolamento genetico. L’alleanza bresciano-bergamasca sancita da questa manifestazione – che non a caso parla la lingua delle “città illuminate” – è anche un atto di consapevolezza: più che nel salot- to cittadino dei centri storici, è nella capacità di integrare culture e saperi che si gioca il futuro. Folla in visita al Duomo Nuovo di Brescia. Davanti all’ingresso si trova l’arca di Berardo Maggi, vescovo della città a cavallo del XIV secolo Ha richiesto quattro anni di lavoro il modello, realizzato con i famosi mattoncini di plastica, del Palazzo della Loggia, uno dei simboli della città. È esposto in una vetrina del centro in occasione della proclamazione di Brescia e Bergamo capitali della cultura 2023 La Rivista Il Belpaese La Rivista · Marzo 2023 44

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