La Rivista
more e della Lucia di Lammermoor . Rinato dopo quasi dieci anni di la- vori, ospiterà alcuni degli highlights dell’anno, primo fra tutti il Festival pianistico internazionale (in condi- visione, naturalmente, con l’omologo bresciano Teatro Grande). Sono oggetto di restyling , recenti e prossimi, pure le istituzioni più prestigiose in campo artistico. La GAMeC, galleria di arte moderna e contemporanea, si pone come “offi- cina della cultura visiva” e “luogo di indagine, sperimentazione e divul- gazione dei linguaggi della moderni- tà”, grazie anche alle tante donazioni che ne hanno arricchito la colle- zione nei trent’anni della sua ancor breve esistenza. Fa da pendant la storica Accademia Carrara, proprio lì di fronte, dove incontri Raffael- lo, Tiziano, Mantegna e Botticelli insieme alle opere del più grande dei bergamaschi, Giovanni Battista Moroni, e a quelle di un bergamasco d’adozione, Lorenzo Lotto. Autore fra l’altro di quella che è forse la più pre- giata delle opere d’arte della città: le tarsie lignee del coro di Santa Maria Maggiore, in città alta, narrazione esoterica di straordinario virtuosi- smo, dove si intrecciano riferimenti biblici, alchimia e alta teologia. Il restauro in corso a porte aperte nel presbiterio della chiesa permette fra l’altro di arricchire ulteriormente una visita che già da sola, come si usa dire, “ vale il viaggio ”. Il magnifico percorso fra le chiese cittadine Lorenzo Lotto, che concluse tri- stemente il suo periodo bergamasco, sostanzialmente snobbato dai suoi contemporanei abbagliati dalla fama di Tiziano, è protagonista anche di un magnifico percorso fra le chiese cittadine in cui sono esposte le sue opere. In via Tasso, ad esempio: nella Chiesa di Santo Spirito, eretta dalla ricca famiglia di mercanti che dà il nome alla strada. Pare che il Torquato, l’autore della Gerusalem- me liberata , fosse considerato dai familiari uno un po’ strano, la pecora nera di una dinastia arricchitasi importando merci dall’Oriente. Un volontario mi mostra la grande Pala d’altare, uno dei capolavori lotteschi, illuminata grazie al contributo del Touring Club. La tela, mi fa notare, è un esempio precoce di pubblicità oc- culta: il magnifico tappeto persiano su cui poggia il trono della Madonna è uno di quelli che i Tasso vendeva- no (carissimi) nelle loro botteghe. Anche solo elencare le meraviglie della Città alta, come la Cappella Col- leoni che stupisce ancora oggi per la ricchezza decorativa, richiederebbe paginate intere. Uno sguardo al più antico palazzo comunale d’Italia, Palazzo della Ragione, e lì di fianco al Campanone dove è allestita una delle sezioni, forse la più intrigante, del Museo delle storie, ricco di alle- stimenti multimediali, ed è già ora di spostarsi a Brescia, seconda tappa di questo breve viaggio nelle Capitali culturali 2023. Bambini in visita scolastica al lavatoio di via Mario Lupo, in Città Alta, costruito a fine ‘800 dopo che un’epidemia di colera decimò la popolazione bergamasca e rimasto in uso fino agli anni ‘50 Foto ricordo davanti alla fontana di Piazza vecchia. Sullo sfondo il seicentesco Palazzo nuovo, per tre secoli sede del Comune di Bergamo. Oggi ospita la Biblioteca civica La Rivista Il Belpaese La Rivista · Marzo 2023 42
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