La Rivista
Se però le case vendute vengono af- fittate da remoto ai turisti, o peggio vendute a imprenditori non venezia- ni che le affittano ai turisti, nessuno che volesse venire a vivere a Venezia, o ritornarci come molti nostalgici su facebook predicano, potrebbe farlo. Hai una bimba che è alle elementari e mi hai raccontato che con altri genitori cercate di far vivere i bimbi sui “campi” e “campielli”, come una volta. Vi riesce? Ci siamo ripresi i nostri campi durante il lockdown e non abbiamo alcuna intenzione di abbandonarli! Sono la nostra comunità, i nostri amici, quel poco di vicinato che ci rimane, e tra una foto di turisti e l’al- tra, i nostri bimbi si godono ancora la città; finché dura…. Sono tanti i bimbi in città? Com’è la vita per loro? Diminuendo i residenti diminuis- cono anche i bimbi; le parrocchie si aggregano e le scuole chiudono le sezioni, quindi no, non sono molti; ma come dicevo, rimaniamo aggrappati con i denti alle attività proposte e speriamo in un’inversione di tendenza. Sei una guida abilitata, lavori a pieno regime, certe volte sei stravolta e non ce la fai più. Parliamo del lato negativo: cosa ti infastidisce del turismo a Venezia? Poco; il turismo è parte integrante della vita cittadina; da sempre ricor- do le carovane di turisti; Venezia è troppo bella per non essere visitata da tutto il mondo. Posso dire che mi dispiace che la gente non trovi più la Venezia città, ma trovi la Venezia dormitorio, questo sì. Vorrei trovasse- ro anche la signora che si arrabbia se fanno confusione sotto casa, perché sono convinta che nessuno si com- porta male deliberatamente se sente attorno a sé la vita cittadina; chiaro che se sono convinti che nessuno ci abiti, fanno quello che vogliono. Nella tua carriera professionale hai conosciuto persone “speciali”? Si certo; ho avuto persone fa- mosissime che ho trovato insipide, e ospiti normalissimi che non ho più dimenticato; ovviamente alcuni clienti speciali mi sono rimasti nel cuore. Ma non per la loro fama, ma per quanto apprezzassero e capissero questa città. Sicuramente hai fatto esperienze dirette sia positive che negative: qualche ricordo? Ricordo un businessman ame- ricano che è stato con me qualche giorno, vedevo la gente per strada che lo riconosceva, ma io solo a fine set- timana ho scoperto chi fosse; meglio così, sono stata più me stessa e siamo rimasti amici, sono anche andata a trovarlo a New York! In negativo ricordo un produttore hollywoodiano che ho mollato, esasperata dalla sua maleducazione, in mezzo al canal grande in taxi; chissà se è tornato a casa, non ne ho più sentito parlare…. Venezia al tempo del Covid, roba assurda: senza turisti, cal- li vuote, silenzio, acqua cristal- lina, nei canali si intravedeva- no persino i pesci… rimpiangi o meglio che non si ripeta mai più? È una pagina dell’umanità che spero non si ripeta mai più, un incu- bo, lavorativamente, socialmente e psicologicamente parlando, di cui porteremo le conseguenze per molto tempo. Certo, vedere i canali tras- parenti e sentire solo i colombi che tubavano è stato bello e surreale; ma per i primi due mesi, poi sognavo solo che le strade si riempissero di nuovo! Il tuo desiderio per Venezia per il prossimo futuro? Che non si distrugga definitiva- mente il tessuto della città, non è giusto, è davvero un peccato. Non serve aumentare l’offerta culturale, parlare di residenzialità nelle confe- renze… serve arginare il fenomeno di cui parlavo, sarebbe bello riportare un minimo di vita alla città se si è ancora in tempo. Il mio desiderio è che torni come ne- gli anni ‘80; lo so, sono un’inguaribile sognatrice, ma chissà, i sogni son desideri. La Rivista Il Belpaese 49’999: la protesta silenziosa dell’associazione Venessia.com per attrarre l’attenzione sul calo inesorabile di abitanti scesi sotto della soglia psicologica dei 50 mila. La Rivista · Marzo 2023 37
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