La Rivista
Venezia vista con occhi di chi ci vive Giusy Giudice, veneziana, guida abilitata, mamma single Conosco Giusy da diversi anni e mi ha fatto molto piacere che abbia accettato di raccontare la sua città da un punto di vista diverso dal consueto. di Anna Canonica-Sawina C i incontriamo a campo Santo Stefano, dove i bimbi si incontrano e gioca- no fuori dopo la messa domenicale delle 11.30. Dopo un po’ ci spostiamo e andiamo in un piccolo bar a prendere -ovvio - uno spritz. Ai tavoli persone del luogo. Siamo fuori zona turismo di massa: che sollievo! Giusy, ti puoi presentare? Mi chiamo Giuseppina Giudice, sono nata a Venezia il 23 luglio 1973; ho frequentato tutte le scuole qui in città, dall’asilo all’università; no- nostante numerosi soggiorni anche estesi all’estero (UK, USA, Spagna, Turchia) e mille viaggi, sono sempre tornata qui e ci ho passato il 90% del- la mia vita. Mia figlia è nata qui e ho tutta l’intenzione di rimanerci. Vivi in città, “dietro l’angolo” di Palazzo Grassi, quindi nel mezzo della Serenissima: come si vive oggi a Venezia? Crescere a Venezia negli anni 70/80 è stato un privilegio; la città – già unica – era piena di abitanti e il turismo era curioso e non così invasivo. Da qualche anno però non sento più la città come “mia”, ma mi sento un’ospite, una comparsa, una nostalgica che si ostina ad annaffiare i fiori sui balconi e a uscire con una bambina per andare a scuola per po- ter far fare una bella foto coi “locali” a Venezia, al turista che passa. Una sensazione molto sgradevole, la città non è più sé stessa, direi che non è più una città, nemmeno un paese, è un contenitore quasi vuoto, un hotel. Quindi Venezia – parliamo di quella storica – è vivibile o meno? Venezia è solo quella storica; non ci sono altre Venezie. Mestre non è Venezia, il concetto di città storica è errato e profondamente fuorviante; Venezia è solo l’isola formata da molte isole. Sì, è ancora vivibile ma solo se lo si vuole e si rimane aggrap- pati con tutte le forze alla speranza che si inverta il vortice in cui siamo sprofondati. I veneziani rimasti sono quelli che ci credono ancora, che sperano e che la rendono vivibile nonostante le difficoltà, non cedendo alle lusinghe delle comodità della terraferma, dell’affittanza turistica e dei soldi facili. Ci sono ancora molte attività per le famiglie, abbiamo i teatri, le piscine, i nostri luoghi di ritrovo, e abbiamo il piacere di svegliarci e vedere un panorama incredibile che nessuno al mondo ha; sì, a Venezia si può vivere benissimo se si vuole. Giusy Giudice, veneziana, guida abilitata, mamma single La Rivista Il Belpaese La Rivista · Marzo 2023 35
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