La Rivista
Hai avuto la fortuna di conoscere i più grandi stilisti italiani, nomi che sono leggende, dalle Sorelle Fendi a Renato Balestra, da Raffaella Curiel a Laura Biagiotti, da Valentino a Ferrè, solo per citarne alcuni. Chi ti è rimasto nel cuore e se c’è un aneddoto che vuoi raccontarci… Posso dire di aver avuto un rap- porto speciale con zia Micol (Micol Fontana delle Sorelle Fontana ndr) perché quando ero ancora una stu- dentessa, frequentavo il liceo proprio davanti il suo atelier a Roma. Spesso quando uscivo da scuola nel pome- riggio passavo da lei e mi sembrava di entrare in un mondo fiabesco, dove ancora si respirava l’atmosfera de “La Dolce Vita” e mi divertivo ad ascoltare i suoi racconti sulle tante bellissime star che lei con le sue so- relle vestiva. A che tipo di donna straniera piace la moda italiana e come è cambiata nel tempo? La moda italiana è rappresentata da stilisti così diversi e variegati che è difficile trovare una tipologia di donna, per cultura o posizione socia- le, che non riesca ad apprezzarla. La moda non è altro che l’espressione dei tempi e della società in un de- terminato momento storico e quindi anche quella italiana ha seguito, a volte persino anticipato, il cambia- mento nel gusto e nel concetto di eleganza delle persone. Quale è lo stilista italiano più conosciuto al mondo e per il quale tua madre sfilava più volentieri? Mia madre ha sfilato principal- mente per i sarti di alta moda, i qua- li, per la maggior parte, ormai non esistono più o sono poco conosciuti. I brand italiani, noti attualmente a livello internazionale, sono soprat- tutto quelli del prêt-à-porter, che mia madre ha seguito come giornalista di moda e sono ancora tantissimi, da Armani, Versace, Prada, Salvatore Ferragamo, Dolce & Gabbana…ai più giovani Riccardo Tisci, Gianbattista Valli, Pierpaolo Piccioli, Maria Grazia Chiuri solo per citarne alcuni. La moda è creatività, intuizione, fantasia e spesso trova ispirazione nell’arte. Alcuni modelli esposti sono delle vere e proprie opere d’arte, come l’abito da sera in crepe rosso con lunga coda, indossato nel 1998 da Claudia Schiffer, a firma di uno dei marchi storici più amati al mondo: Valentino; l’abito “iconico” realizzato da Gianfranco Ferrè in seta e taffetà; il famoso smoking “re- gimental” di Giorgio Armani; l’abito da red-carpet di Prada o la creazione in cristalli Swarovski di Versace. Arte e moda sembrano un connubio perfetto, quale degli stilisti presenti in mostra ti sembra più ispirato “artisticamente”? Se dovessi pensare ad un sarto pittore mi verrebbe in mente Lancet- ti. Lo stilista è stato un attento os- servatore del mondo dell’arte da cui ha tratto costantemente ispirazione. Matisse, Modigliani, Kandinskij, Pi- casso, hanno sicuramente contribu- ito alla creazione dei suoi tessuti dal forte impatto cromatico. Gli abiti in mostra sono stati selezio- nati, proprio in modo da rappresen- tare lo stile per il quale ciascuno sti- lista si è contraddistinto, ma anche per identificare un preciso momento storico della società italiana. È il caso dei modelli simbolo dell’epoca La Rivista Il Belpaese © Monica Tarocco La Rivista · Marzo 2023 33
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