La Rivista
La Rivista Cultura d’impresa menti adeguati alla situazione senza farsi travolgere da reazioni auto- matiche. Le emozioni non vanno eliminate o represse, sono indicatori sofisticati di una situazione che ci possono aiutare sia quando sono negative che quando sono positive: può capitare di provare paura o an- sia senza abbandonarsi a compor- tamenti che pregiudichino un buon risultato. Ricordo un capo che era in grado di decidere quando era utile quella che lui chiamava “arrabbia- tura a freddo”: fingeva di alterarsi perché reputava che in quel momen- to fosse la cosa utile per farsi ascol- tare, ovviamente era uno strumento usato poche volte consapevolmente in alternativa al dialogo costrut- tivo. Spesso, al contrario vediamo in azienda sfoghi incontrollati di rabbia, crisi di pianto o situazioni di stress distruttivo. La consapevolezza sociale , o em- patia, consente di esprimere un messaggio in modo da raggiungere i destinatari non solo in modo ra- zionale ma anche di far leva sulle loro emozioni. È il fondamento della collaborazione, della disponibilità, dell’ascolto reale e non va confusa con la manipolazione o con ma- nifestazioni esteriori che vengono immediatamente recepite come false, richiede autenticità, trasparen- za, essere sé stessi e la capacità di leggere le espressioni del volto e del tono della voce dell’interlocutore per restare in sintonia con i suoi senti- menti. Le proprie e le altrui emozioni devono guidare atteggiamenti e comportamenti del leader. Affrontare l’inaspettato La ricerca ha considerato la pan- demia una situazione straordinaria di crisi, tuttavia l’esperienza ci sta dimostrando che affrontare l’ina- spettato è una condizione quotidiana nelle piccole e grandi cose quali pos- sono essere la guerra, una crisi ener- getica, le migrazioni, l’improvvisa assenza di una persona importante, un repentino cambio di condizio- ne professionale, una interferenza nell’agenda pianificata. Quindi l’in- telligenza emotiva è anche uno stru- mento per sviluppare resilienza, cioè ciò che in psicologia viene definito come la capacità dell’uomo di far fronte ad eventi traumatici recupe- rando il proprio equilibrio interiore. Nel suo libro Search Inside Your- self , che descrive il programma che Google ha sviluppato al suo interno sui temi dell’intelligenza emotiva e della mindfulness , Chade Meng Tan afferma che è possibile allenarsi alla resilienza a tre differenti livelli. Il primo è quello di raggiungere la calma interiore attraverso l’esercizio della meditazione, tale pratica, di origini antiche, permette di gestire la propria mente concentrandosi sul respiro e lasciando scorrere pensieri ed emozioni. Il secondo livello di allenamento riguarda la cosiddetta resilienza emotiva. Successo e fallimento sono emozioni e come tali devono essere gestite perché non diventino disfun- zionali, questo può essere conseguito abituandosi a sperimentare nel cor- po queste emozioni, a riconoscerle e accettarle decidendo consapevol- mente i comportamenti da tenere. Il terzo livello è quello della resilien- za cognitiva vale a dire affrontare con ottimismo le avversità. Il falli- mento è un’esperienza comune che tutti abbiamo sperimentato in termi- ni di maggiore o minore gravità: gli ottimisti ritengono che sia un passo indietro temporaneo causato da circostanze particolari e superabile mediante abilità ed impegno. La conclusione è una buona notizia: l’intelligenza emotiva si può imparare e sviluppare attraverso l’allenamento. È possibile allenarsi alla resilienza per esempi raggiungendo la calma interiore attraverso l’esercizio della meditazione La Rivista · Marzo 2023 26
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