La Rivista

conta Comensoli , in Artrust , online , consultato il 18 maggio 2023). La vita di Comensoli, quando non era impegnato in mostre e viaggi, era tutta casa atelier e… Coopi, al quale nel 1955 donò un altro prezioso qua- dro Operai che leggono il giornale , in tuta blu. La sua era, comunque, una presa d’atto della realtà, una testimonianza lontana da «l’idea di fare di questi operai dei mitici eroi di battaglie proletarie. Da qui un’inconciliabile divergenza ideologica con Renato Guttuso, con il quale Comensoli avra uno spiacevole scambio di opinioni in occasione della sua unica mostra in Italia, a Roma nel 1962» (Barino, in Area, citato). Uno dei tanti quadri, tra quelli più significativi, donati da Comensoli al Coopi è, appunto, lo Stammtisch , che ricorda le lunghe discussioni a quel tavolo conviviale: esso rappresenta l’allora presidente Werther Ravaioli, seduto a destra, con alle spalle Ro- meo Burrino, e a sinistra la signora Edda Ferrari, la moglie dell’allora gerente, che serve il caffè, sempre a sinistra, seduto con L’Avvenire dei lavoratori sul tavolo e la sigaretta in bocca, c’è Ezio Canonica, il domina- tore della scena sindacale in Svizzera in quel periodo di referendum anti- stranieri. A sottolineare la grandezza del suo amico e conterraneo, Comen- soli raffigura ancora Canonica una seconda volta, come se fosse già un personaggio passato alla storia, da incorniciare in un quadro da appen- dere alla parete. Negli anni Settanta, passata l’ondata sessantottina, che affrontò con spi- rito allegro e irriverente, Comensoli si avvicinò alla pop art , scoprendo poi anche «il mondo dei punk, dei no future» con le relative «utopie liber- tarie e anticonsumistiche» . Gli anni Ottanta furono quelli della maturità dell’artista che tenne retrospettive a Coira, a Glarona, ad Aarau, a San Gal- lo, al Castello Visconteo di Locarno e quella, già ricordata, al Kunsthaus di Zurigo. Comensoli si spense il 2 giugno 1993, per infarto a 71 anni, nel suo atelier della Rousseaustrasse a Zurigo. A di- stanza di meno di un anno, l’8 febbra- io 1994, si spegneva anche la moglie Hélène Frey. Per loro volontà testa- mentaria tutte le opere, ordinate e ar- chiviate, sono state riunite nella Fon- dazione Mario e Helene Comensoli , con sede alla Heinrichstrasse 267/10 di Zurigo, che, sotto la guida di alte personalità del mondo della cultura, ha il compito di vegliare sull’eredità artistica del pittore e promuoverne l’opera. Riconosciuta dai cantoni di Zurigo e Ticino come istituzione di pubblica utilità, la Fondazione pubbli- ca cataloghi e studi, finanzia mostre postume. tenute nelle diverse città svizzere, che hanno fatto registrare un continuo successo di pubblico e di critica. Per ricordare e celebrare Mario Co- mensoli, nel trentesimo della sua morte, la rivista culturale svizzera « Du », fondata nel 1941, gli ha dedicato il numero monotematico (920, April / Mai 2023) che illustra, con la firma di diversi critici e storici, la sua figura e la sua opera. Lo Stammtisch , quadro donato al Coopi, rappresenta l’allora presidente Werther Ravaioli, seduto a destra, con alle spalle Romeo Burrino, e a sinistra la signora Edda Ferrari, la moglie dell’allora gerente, che serve il caffè. Sempre a sinistra, seduto con L’Avvenire dei lavoratori sul tavolo e la sigaretta in bocca, c’è Ezio Canonica, il dominatore della scena sindacale in Svizzera in quel periodo di referendum antistranieri. A sottolineare la grandezza del suo amico e conterraneo, Comensoli lo raffigura ancora una seconda volta come se fosse già un personaggio passato alla storia, da incorniciare in un quadro da appendere alla parete. La Rivista · Giugno 2023 66

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