La Rivista
In altre località della Svizzera, i Ti- cinesi continuarono ad essere accu- munati, ancora per lungo tempo, agli immigrati italiani e come loro erano costretti ad attendere le coincidenze ferroviarie in sale d’aspetto particola- ri, cioè segregati per restare nascosti alla vista di altri viaggiatori. Alla sta- zione di Basilea, per esempio, come documenta Peter Manz, ancora «tra la fine del 1903 e gli inizi del 1904… viene eretta una “baracca” tutta par- ticolare, uno speciale “capannone”, destinato ad accogliere gli “operai italiani e ticinesi che arrivano coi treni”» . Cucina, cultura e politica… socialista Negli anni a cavallo tra Ottocento e Novecento la collaborazione tra so- cialisti italiani e svizzeri soprattutto con quelli ticinesi a Zurigo divenne sempre più intensa. A partire dal 1905, loro punto di incontro e di dibat- tito politico divenne il ristorante della Cooperativa Socialista Italiana (Co- opi), inaugurato proprio quell’anno. Ai tavoli del ristorante si discuteva delle comuni lotte sindacali, della situazione politica svizzera, italiana ed europea. A quelle discussioni parteciparono anche i maggiori espo- nenti del partito socialista italiano in visita o di passaggio in Svizzera. Tra i maggiori personaggi ospiti ai tavoli del Coopi, alla vigilia della Prima Guerra mondiale, ci furono, oltre alla rivoluzionaria ucraina Angelica Ba- labanoff, anche Benito Mussolini e lo stesso Lenin, che vi consumò l’ultimo pasto prima di far ritorno in Russia per prendere parte alla Rivoluzione di ottobre. Fu ancora al Coopi che socialisti italiani e ticinesi si organizzarono per partecipare al grande sciopero di Zurigo del 1912 e, poi, alla fine della Prima Guerra mondiale, al primo ed ultimo sciopero generale della Con- federazione, quello del 12 novembre 1918. Durante il ventennio fascista, i socia- listi italiani in Svizzera trovarono un loro alleato e sostenitore nel ticinese Guglielmo Canevascini (1886-1965) sindacalista, fondatore di Libera Stampa nel 1913, e primo socialista a ricoprire la carica di Consigliere di Stato (1922-1959). Canevascini, prin- cipale fautore della nascita di Radio Monteceneri, voce libera antifascista, ogni volta che passava da Zurigo, si fermava al Coopi per un pranzo o una cena di lavoro con gli amici socialisti italiani e svizzeri. Come ha ampiamente documentato anche Mario Barino, negli anni del secondo dopoguerra «al Cooperativo si respira un’aria nuova: i rapporti con il movimento socialista e sinda- cale della Svizzera si rafforzano. La grande ondata migratoria dall’Italia… impone al Cooperativo il ruolo… di favorire l’integrazione dei lavoratori venuti prevalentemente dal sud della Penisola nella nuova realtà elvetica» . E quel ruolo fu «pilotato da un emi- nente sindacalista ticinese, Ezio Ca- nonica…, che, apre le porte ai giovani, attenti alle istanze degli immigrati» . Erano quegli gli anni delle iniziative antistranieri, come quella di Giacomo Schwarzenbach, che, temendo l’ Üb- erfremdung ( inforestiamento ), chie- deva la riduzione della percentuale degli immigrati, allora soprattutto italiani. Ancora una volta, per l’occasione, il Coopi divenne luogo di dibattito e di lotta contro la senofobia e l’intolle- ranza verso gli stranieri e gli italiani in particolare e, sotto la guida di Ezio Canonica. lanciò la campagna, che, Mario Comensoli con Renato Guttuso, in occasione di una sua mostra personale alla Galleria San Luca di Roma nel 1962 (foto archivio M. Barino) La Rivista · Giugno 2023 62
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