La Rivista

Nel 1925, due orologiai svizzeri Paul Perregaux e Georges Perret brevet- tarono una corona a vite che assi- curava l’impermeabilità della cassa anche quando veniva innescata per regolare l’orologio. Nel 1926 Hans Wildorf, fondatore di Rolex, acquistò i diritti dell’invenzione Perregaux/ Perret e l’anno successivo presentò al mondo il Rolex Oyster. Prendendo spunto dalle numerose invenzioni avvenute nei 60 anni precedenti e migliorandole, il Rolex Oyster si presentava con una cassa in cui la corona, la ghiera e il fondel- lo erano avvitati alla cassa stessa, sigillandola efficacemente dalle infiltrazioni d’acqua e di polvere. La corona in particolare era disegnata cosicché premendola e avvitandola contemporaneamente, un anello di tenuta, che si trovava all’interno della corona, veniva compresso con- tro la cassa, garantendone l’imper- meabilità. A questa cassa fu dato il nome Oyster , in chiaro riferimento al guscio impermeabile delle ostriche. La cassa Oyster divenne la prima soluzione impermeabile commer- cialmente valida. Il suo debutto fu pubblicizzato nel quotidiano londinese Daily Mail con una foto della nuotatrice professio- nista britannica Mercedes Gleitze che nel 1927 attraversò la Manica indossando l’orologio Oyster al collo ( Fig. 3 ). Nel 1931, Rolex introdusse il movimento a carica automatica ( Oy- ster Perpetual ), uno sviluppo molto importante in quanto eliminando la necessità di attivare la corona quoti- dianamente per ricaricare l’orologio si migliorò ulteriormente la resisten- za alle infiltrazioni d’acqua e polvere e la longevità dei meccanismi inter- ni dell’orologio. Nascita dell’orologio subacqueo Gli anni ‘50 videro un aumento della popolarità delle immersioni subacquee grazie alle esplorazioni di Jacques Cousteau e a programmi televisivi come “ ea Hunt e The un- dersea world of Jacques Cousteau . Questo fu un periodo di esplorazione e grandi scoperte alla ricerca dei confini della nostra conoscenza del mondo sottomarino. Questo e il lavoro commerciale negli oceani crearono organizzazioni di subac- quei professionisti che cercavano orologi più robusti, progettati per le operazioni di immersione a maggior profondità. Vulcain, Breitling, Jaeger LeCoultre, DOXA, Squale e Zodiac sono solo alcuni dei marchi di alta orologeria che in questo periodo investirono nello sviluppo di orologi imper- meabili e subacquei continuando a testare nuovi designs e soluzioni tecniche, creando orologi iconici che oggi sono molto richiesti come mo- delli vintage. Rolex e Omega iniziarono a compe- tere per diventare il primo marchio a produrre un orologio in grado di raggiungere il punto più profondo dell’oceano, con l’obiettivo di mo- strare la propria superiorità tecnolo- gica e maestria in orologeria. Nel 1960, l’oceanografo svizzero Ja- cques Piccard e l’ufficiale di marina americano Don Walsh a bordo di un batiscafo raggiunsero i 10,916 metri di profondità in un punto della Fossa delle Marianne 1 , con un Rolex spe- rimentale Deep Sea Special fissato all’esterno dello scafo. Nel 2012, an- che il regista James Cameron scese nella Fossa delle Marianne con il suo batiscafo raggiungendo i 10,908 metri di profondità, con un orologio Rolex sperimentale Deepsea Chal- lenge fissato all’esterno dello scafo. Fig. 3 - Il Rolex Oyster del 1927 1 La Fossa delle Marianne si trova tra il Guam e le Filippine ed è profonda 10,9 km. Il “Challenger Deep” è il punto più profondo della Fossa delle Marianne, con una profondità di 10,935 metri La Rivista Visioni del tempo La Rivista · Giugno 2023 58

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