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tre potranno avvenire non solo nei Paesi di origine, ma anche in Paesi terzi, se esiste un legame tra questo ultimo e il soggetto da rimpatriare – come la presenza di parenti o un periodo di residenza - e se il Paese è ritenuto sicuro. Il regolamento infine contiene misu- re volte ad evitare movimenti secon- dari o abusi. Vi si stabilisce l’obbligo per i richiedenti asilo di presentare domanda negli Stati membri di pri- mo ingresso o di soggiorno regolare e viene ridotta la possibilità per il ri- chiedente di scegliere lo Stato mem- bro in cui presentare la domanda. Lo spinoso capitolo dei rimpatri Alla riunione del Consiglio per gli Affari interni dell’8 giugno, quattro Stati si sono astenuti dal voto, tra cui Malta e Bulgaria, mentre Ungheria e Polonia hanno votato contro l’in- tesa. Favorevoli la Germania, che però ha chiesto un approfondimento sul tema dei minori, e l’Italia, con il Governo che premeva per poter effettuare respingimenti e rimpatri anche nei Paesi di transito – mentre per la Germania occorre identificare standard più elevati per definire i Paesi terzi sicuri. Nonostante il pa- rere positivo dell’Italia, e la soddisfa- zione mostrata dal Governo guidato da Giorgia Meloni per l’accordo, re- stano comunque i Paesi di frontiera ad assumersi gli oneri maggiori, per- ché il Paese di primo ingresso resta quello responsabile per la gestione della domanda di asilo e si allunga anche il periodo durante il quale lo Stato avrà la responsabilità dei mi- granti arrivati sul proprio territorio - da 12 a 24 mesi. Sul rimpatrio nei Paesi di transito si apre poi uno spinoso capitolo, per- ché sarebbero gli Stati a negoziare attraverso accordi bilaterali la pos- sibilità del trasferimento; in questo modo si offrirebbe una contropartita economica sul modello di quanto già avvenuto con la Turchia, con esiti discutibili. L’impressione generale è quindi che il Consiglio europeo per gli Affari inter- ni abbia ancora una volta scaricato il problema sugli Stati di primo approdo o sulle frontiere esterne dell’Unione, mentre manca un impegno per co- struire canali sicuri per l’ingresso in Europa, e questo nonostante l’enne- simo spaventoso naufragio avvenuto nel Peloponneso a metà giungo. La posizione raggiunta a Lussemburgo costituirà comunque la base dei ne- goziati della presidenza del Consiglio con il Parlamento europeo per appro- dare ad una delibera definitiva. Record di persone in fuga dal proprio Paese Intanto, l’ultimo rapporto dell’a- genzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) evidenzia il record di persone in fuga dal proprio Paese per via di guerre e violenze: 108,4 milioni nel 2022, un aumento senza precedenti rispetto al passato – il 20%, ossia 19 milioni di sfollati in più rispetto alla fine del 2021, più della popolazione dell’Ecuador, dei Paesi Bassi o della Somalia. L’UNHCR sot- tolinea anche come si tratti del più grande aumento mai registrato tra un anno e l’altro, rilevando come ciò significhi che più di una persona su 74 nel mondo è costretta a lasciare la propria casa. Di questi oltre 100 mi- lioni di profughi registrati nel 2022, circa 35 milioni sono persone che hanno attraversato un confine inter- nazionale in cerca di sicurezza, men- tre circa 62 milioni di persone sono sfollati all’interno del proprio Paese. Inoltre, la maggioranza di coloro che attraversano un confine resta nei Paesi limitrofi, sia per mancanza di mezzi sia perché spera di poter torna- re nelle loro case a breve. Sono quindi i Paesi a reddito medio e basso ad ospitare la maggioranza degli sfollati: i 46 paesi meno svilup- pati – il cui prodotto interno lordo si attesta a meno dell’1,3% del prodotto interno lordo globale – accolgono più del 20% di tutti i rifugiati, segnala l’UNHCR. Anche in questo caso quin- di il richiamo è all’impegno per un maggiore sostengo internazionale e per una maggiore condivisione di re- sponsabilità. Assicurando più risorse a questi Paesi, inoltre, si potrebbero ridurre gli spostamenti più pericolosi e il tragico bilancio di vittime cui assistiamo di volta in volta e a cui si Siglata l’intesa su due regolamenti del nuovo Patto su migrazione e asilo in Ue La Rivista · Giugno 2023 16
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