La Rivista
previsioni per l’intero 2023 mostra- no una seppur contenuta crescita. Questo è indice di una tenuta com- plessiva dell’economia mondiale, all’interno della quale comunque la piccola ma robusta Svizzera per alcu- ni aspetti spicca. I dati mondiali L’Organizzazione per la coope- razione e lo sviluppo economico (OCSE) raggruppa 38 Paesi (Svizzera inclusa), che insieme rappresentano una quota importante dell’economia mondiale. Le previsioni dell’OCSE pubblicate in giugno indicano che il PIL reale globale crescerà del 2,7% quest’anno e del 2,9% il prossimo; si tratta di un rallentamento rispetto al 3,3% del 2022, ma le percentuali sti- mate come si vede sono ancora buo- ne. Gli Stati Uniti dovrebbero crescere dell’1,6% nel 2023 e dell’1% nel 2024, l’Eurozona rispettivamente dello 0,9% e dell’1,5%. Da notare, per quel che riguarda l’area dell’euro, che secondo l’OCSE la Germania dovrebbe pure evitare una recessione annua, seppur per il rotto della cuffia, registrando uno 0% quest’anno e un 1,3% il pros- simo; la Francia dovrebbe avere 0,8% e 1,3%, l’Italia dovrebbe ottenere 1,2% e 1%. La Svizzera per l’OCSE dovrebbe attestarsi allo 0,6% nel 2023 e all’1,2% nel 2024; considerando, come detto, la tenuta già registrata negli anni precedenti, quelli elvetici sarebbero risultati da non sottovalutare. Guardando ai principali Paesi emer- genti, che naturalmente rispetto ai Paesi già sviluppati hanno in genere percentuali di crescita maggiori es- sendo partiti da PIL bassi, ebbene le previsioni OCSE sono queste: Cina 5,4% quest’anno e 5,1% il prossimo, India 6% e 7%; la spinta asiatica dovrebbe quindi essere ancora di rilievo, specie grazie all’economia in- diana. Altri Emergenti di primo piano dovrebbero avere un passo meno so- stenuto, pur rimanendo in territorio positivo: Brasile 1,7% e 1,2%, Sudafrica 0,3% e 1%. Da rimarcare le previsioni negative dell’OCSE sulla Russia, che dovrebbe registrare -1,5% quest’anno e -0,4% il prossimo, con due recessio- ni annue. Anche l’Argentina dovreb- be essere in recessione quest’anno, con -1,6%, per poi però ritornare in positivo il prossimo, con un 1,1%. Le cifre rossocrociate Tornando alla Svizzera, la Segre- teria di Stato dell’economia (SECO) nelle sue previsioni pure pubblicate in giugno rimane molto cauta e tut- tavia concede qualche dose di otti- mismo in più rispetto all’OCSE sulla crescita elvetica. Nelle cifre della SECO c’è la consueta distinzione tra PIL al lordo degli eventi sportivi e PIL corretto dagli eventi sportivi. La Con- federazione è infatti sede di grandi organizzazioni sportive internazio- nali che gestiscono eventi rilevanti, con forti indotti economici. Dunque, per quel che concerne il PIL al lordo di questi eventi, la SECO prevede una crescita dello 0,8% nel 2023 e dell’1,8% nel 2024; questo dopo il 2,1% del 2022. Per quel che riguarda invece il PIL corretto dagli eventi sportivi, le pre- visioni sono 1,1% quest’anno e 1,5% il prossimo; questo dopo il 2% dell’anno scorso. La Banca nazionale svizzera (BNS) dal canto suo esprime una pre- visione di circa l’1% per quest’anno. È interessante vedere anche quanto la SECO prevede sui terreni dell’in- flazione e della disoccupazione in Svizzera. Dopo il 2,8% del 2022, l’in- flazione elvetica dovrebbe scendere al 2,3% nel 2023 e all’1,5% nel 2024. Il ritorno ad una media annua inferiore al 2% dovrebbe quindi essere secondo la SECO per l’anno prossimo. La BNS è un po’ meno ottimista sul rincaro e prevede questa serie: 2,2% nel 2023, 2,2% nel 2024, 2,1% nel 2025. La ne- cessità di togliere altro campo all’in- flazione spiega comunque il fatto che la Banca nazionale svizzera (che ha come suo obiettivo la fascia 0%-2%) abbia attuato in giugno un ulteriore Secondo la SECO il tasso di disoccupazione elvetico è stato del 2,2% nel 2022, sarà del 2% nel 2023 e del 2,3% nel 2024
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