La Rivista

spreco parleremo un’altra volta, che se no davvero finiamo fuori tema e non ho ancora iniziato a spiegarvi perché la biodiversità è così impor- tante, sia per la salute del pianeta, che per quella dell’umile dimora ter- rena delle nostre anime. Torniamo quindi al suolo, da proteg- gere perché è il luogo da cui provie- ne il 95% del cibo che produciamo, il quale deriva o dipende da ciò che viene coltivato. Negli ultimi decenni, la coltivazione intensiva, impiegata per ottenere cereali per l’alimen- tazione umana e come foraggio per gli animali da allevamento, ha sacrificato milioni di ettari che era- no precedentemente occupati da foreste, riducendo così la capacità del pianeta di riassorbire CO 2 . E se questo vi sembra un effetto “lontano” e con poca attinenza alla nostra vita di tutti i giorni, nonostante gli effetti progressivi su qualità dell’aria e clima, vi sembrerà forse più “vicino” il fatto che ha anche impoverito il terreno, riducendo la sua capacità di fornire microelementi essenziali non solo per le piante, che crescono meno e con più difficoltà, ma anche per noi! A meno di non usare o abu- sare di fertilizzanti che però vanno ad appesantire la situazione già gravosa in termini di inquinamento. Seppur noi non soffriamo di una carenza in termini di quantità, che purtroppo affligge le popolazioni dei Paesi in via di sviluppo, certamente la carenza di minerali e vitamine ci riguarda da molto vicino. A questo punto mi chiederete cosa c’entrate voi con la cultura intensiva, mica l’avete chiesta voi. Ci manche- rebbe, lo so benissimo. Ma passiamo dal suolo a quello che mettiamo nel piatto, ogni giorno. Quante volte, in una settimana, mangiate pasta o pane? Spesso, vero? Ora chiedetevi: quanto spesso vi capita di mangiare o cucinare legumi? Mediamente, i clienti che incontro in prima visita rispondono “ una volta a settimana o meno ”. Con una prevalenza per il “meno”. Questo dato corrisponde al consumo medio in Italia, il quale, seppure sia aumentato del 15% negli ultimi 10 anni (statistiche aggiornate al 2020), risultava però dimezzato, nel 2015, rispetto agli anni ’60. Non stupisce quindi che la coltiva- zione di quelli che una volta veni- vano definiti “ la carne dei poveri ” rappresenti solo l’1,5% delle terre col- tivate in Europa, dove invece il fru- mento, i cereali da foraggio e la colza la fanno da padroni. Uno studio pub- blicato nel 2021 ha confrontato l’effi- cienza ambientale di dieci rotazioni agricole in Calabria, che rappresenta l’Europa mediterranea, nella regione romena del Sud-Mentia, con un cli- ma tipico dell’Europa continentale e nella Scozia orientale, rappresenta- tiva del clima dell’Europa atlantica. In tutte queste regioni, l’introduzione di legumi nelle rotazioni di cereali e semi oleosi ha prodotto cibo ad un costo ambientale inferiore, riducen- do l’uso di fertilizzanti sintetici. I legumi, infatti, hanno la capacità di catturare e rendere biologicamente disponibile l’azoto inorganico, di cui tutti i vegetali hanno bisogno per crescere, direttamente dall’atmo- sfera: questo permette di diminuire l’impiego di altre fonti esterne di fertilizzanti azotati, costituiti prin- cipalmente da protossido di azoto, il quale, rilasciato anche in atmosfera sotto forma di particelle inquinanti, contribuisce all’effetto serra e al conseguente riscaldamento globale. Dalla salute del pianeta alla salute dell’uomo: i legumi, infatti, non solo sono ricchi di micronutrienti indis- pensabili come ferro, potassio, ma- gnesio e vitamine, ma rappresenta- no una fonte di carboidrati a minor impatto glicemico. Questo significa che il loro consumo frequente e re- golare (2-3 volte a settimana) può prevenire l’insorgenza del diabete di tipo 2 e di tutte le malattie non trasmissibili legate direttamente o indirettamente alla disregolazione del metabolismo degli zuccheri. Inoltre, sono una preziosa fonte di proteine vegetali, oltre che di fibre indispensabili a garantire la salute del nostro microbiota intestinale, un piccolo universo nascosto (ma di cui sappiamo sempre di più), al cui equi- librio sono legati l’attività del nostro sistema immunitario, il nostro me- tabolismo energetico e persino il nostro umore. Auguro a tutti voi un’ottima salute e il migliore degli umori per le prossi- me Festività, naturalmente con len- ticchie…ma non solo a Capodanno! Un festivo saluto dalla vostra consulente nutrizionale Dr. Tatiana Gaudimonte info@loveyourbody.ch #loveyoubody#loveyourself #nu- trizione #salute #pianeta #suolo #biodiversità #legumi Fonti: WWF, FAO, Coldiretti (2020), Confagricoltura (2015), Front. Sus- tain. Food Syst., 13 April 2021 La Rivista · Dicembre 2022 87

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