La Rivista

La Rivista Musica e spettacoli D rupi, possiamo definirti un cantante atipico e anticonformista? Non lo so, questo lo decide il pubblico. Hai fatto sempre la musica nel modo che è piaciuto a te, con un pizzico di imperturbabilità e comunque con molta professionalità. Hai mirato alle tue cose. Questo è verissimo. Nel 2013 hai pubblicato l’album Ho sbagliato Secolo . Vorresti vivere in un altro tempo? Un po’ si, un po’ no. Nell’album allu- do al fatto di voler vivere in un altro secolo, però alla fine dell’omonima canzone viene fuori un messaggio di speranza. Non tutto è così da butta- re. Ci sono tante cose belle. Da quanto tempo non ti sei pi fatto vivo in Svizzera? In Svizzera mancavo da un po’ – a parte i due concerti che ho tenuto Giampiero Anelli in arte Drupi, originario di Pavia, è uno dei grandi rappresentanti della musica pop italiana. Anche con lui, la Rivista ha gettato uno sguardo al passato. a Zurigo e a Bienne in questi ultimi due mesi d’autunno. Comunque, sono un personaggio molto flessi- bile: se mi chiamano, vado dapper- tutto. Sei partito nel 1973 con la ora- mai mitica canzone Vado via , con la quale ti sei presentato a Sanremo arrivando ultimo. Quell’anno ho deciso di smettere con la musica e di tornare a fare il mio lavoro, l’idraulico o altre cose. Alla fine, non l’hai fatto. E per fortuna… Se non fosse stato per un amico compositore, che aveva scritto que- sta meravigliosa canzone, avrei for- se anche smesso. A Sanremo sono arrivato un po’ per caso: lui mi ha chiesto di provare a cantarla a Mia Martini per convincerla di andare a Sanremo. Ci sei riuscito? Sì, però: dieci giorni prima della gara, Mimì ci ha ripensato ... non voleva andare più. Devo ammettere che tuttora ignoro il motivo. Alla fine, un dirigente dell’etichetta di Mimì ha chiesto a me di presentare Vado via a Sanremo. Il resto poi lo conosciamo. Nonostante fossi arrivato ultimo, hai comunque venduto una buona quantità di dischi. Si, ne ho venduto ben nove milio- ni. A quanto pare, la mia voce e la bellissima composizione erano un’accoppiata meravigliosa – a pre- scindere dall’ultimo posto. È stato un momento magico che mi ha portato lontano. Qual è stato il suo rapporto con le etichette discografiche negli anni Settanta e negli anni del boom? A differenza di molti che dicono tante cose diverse, sono stato trattato sempre bene dalle etichette discogra- fiche. È chiaro che loro hanno degli obiettivi e delle scadenze. Per un cer- to periodo per me le cose sono andate molto bene. Poi, a forza di dover tutti gli anni fare un disco, anche se non …E CON DRUPI: L’AMORE NEL CUORE, LA MOTO NELLE OSSA Intervista: Salvatore Pinto, Luca D’Alessandro - Foto: Luca D’Alessandro La Rivista · Dicembre 2022 84

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