La Rivista

dizio, con le espressioni del volto, con gesti delle mani e delle braccia, che affiorano in primo piano ora per affermare o interrogare o implorare, oppure ripiegate al petto e al volto a manifestare angoscia, timore o sconvol- gimento davanti al compiersi del destino dell’umanità, coinvolgendo sommamente lo spettatore all’immane ca- tastrofe 19 . In posizione predominante, ai piedi di Cristo, si trovano san Lorenzo (con la graticola) e san Bartolomeo, forse in relazione al fatto che la cappella, oltre che all’As- sunta, è dedicata anche a loro due. San Bartolomeo, rico- noscibile dal coltello, tiene nella mano sinistra l’attributo della sua pelle, nel quale si riconosce un autoritratto anamorfico di Michelangelo stesso 20 . Michelangelo Merisi detto Caravaggio Davide con la testa di Golia , dipinto a olio su tela (125×100 cm) realizzato tra il 1609 ed il 1610, Gal- leria Borghese, Roma. Michelangelo Merisi nasce a Milano nel 1571 dove, a 13 anni, inizia a lavorare nella bottega di Simone Peter- zano, pittore del manierismo lombardo, da cui resta per circa 4 anni. Le sue tracce sono abbastanza vaghe fino al 1596, anno nel quale è documentata la sua residenza presso la bottega del pittore siciliano Lorenzo Carli a Roma, dove trova lavoro e soggiorno. Forse era a Roma già dal 1592. Nel 1597 Merisi conosce il cardinal Fran- cesco Maria del Monte, uomo di cultura e appassionato d’arte che, ammaliato dalla pittura del giovane, commis- siona e acquista alcuni quadri, tra i quali il famosissimo I bari . La pittura di Caravaggio, già nei primi tempi romani scoppia come un fulmine a ciel sereno 21 . Diversa da quel- la di tutti gli altri artisti, palesa una potenza intellettuale, una determinazione a modificare il senso della rappre- sentazione, che possiamo definire rivoluzionari. Dopo affermazioni, successi e fallimenti, per il pittore inizia la tragedia esistenziale, umana: è coinvolto in baraonde, baruffe, cagnare, è un collerico bevitore, viene querelato e arrestato diverse volte, finché in una rissa uccide un uomo e viene condannato alla decapitazione, che può esser eseguita da chiunque lo riconosca per strada. Nemmeno la Curia Apostolica riesce a salvarlo. Allora scappa in diverse tappe: Napoli, Sicilia, infine trova ri- fugio a Malta. Dipinge e soffre, vuole tornare, ma non può. La pittura diventa sempre più drammatica, oscura, come nel Davide con la testa di Golia , dipinto in cui la coagulato Michelangelo trasforma in cielo 16 . Il pittore la- vora con l’aiuto di un unico garzone, Francesco di Ama- dore da Casteldurante, che gli macina i colori e lo aiuta a trasferire sul muro i segni dei cartoni preparatori. 17 È un Giudizio Universale tutto innovativo, dinamico e originalissimo, con uno spazio ordinato solo dalle figure, con l’omissione di ogni aiuto didascalico come ali o au- reole. Il corpo umano portato alla massima espressività trionfa su ogni altro linguaggio simbolico. L’intonaco, perfettamente tirato fino a formare una superficie smal- tata come marmo, assorbe pochissimo colore e traspare chiaro rendendo i corpi particolarmente luminosi. Le figure in primo piano sono dipinte con una pennellata descrittiva e puntigliosa, ma appena si allontanano nel fondo, la pennellata diventa veloce e sommaria dando maggiore profondità allo spazio 18 . Tutte le figure princi- pali partecipano attivamente ed emotivamente al Giu- La Rivista · Dicembre 2022 78

RkJQdWJsaXNoZXIy MjQ1NjI=