La Rivista
numentale, su un accortissimo calcolo di rapporti ma- tematici e coloristici 4 , segue precise regole geometriche nella composizione. Nessuno come lui sa scorgere le immense e nuove possibilità della luce, che non solo lo aiuta a modellare le figure, ma crea l’illusione della pro- fondità. Il suo trattato “De prospectiva pingendi” divulga le regole della prospettiva. La sua pittura muta il corso dell’arte in centri come Urbino, Roma, Ferrara e Venezia, influenzando i migliori artisti della seconda metà del Quattrocento. Agli anni 1455-1460 risalgono probabilmente gli affre- schi eseguiti nella sua terra Natale: la Resurrezione , nel Palazzo dei Conservatori di Sansepolcro, oggi sede del Museo Civico, e San Giuliano , anch’esso al Museo Civi- co 5 . Il Palazzo dei Conservatori è un edificio medievale costruito nel 1371, collegato a quello del Pretorio attra- verso l’arco della Pesa. La sala dove Piero è chiamato a lavorare è vasta, luminosa, col pavimento di cotto e il soffitto a capriate. Piero dipinge il Risorto: l’emblema, il simbolo di Sansepolcro 6 . Per quest’opera eseguita con tempera alla caseina, gli occorrono solo tre settimane di lavoro. Cinque sono i personaggi: il Cristo e quattro guardiani, e per ciascuno dei loro volti è bastata una sola giornata 7 . Il pittore ritrae Cristo pensoso, fermo, eretto, dalla faccia che ricorda un’icona bizantina, mentre esce dalla sua tomba, ponendo energicamente il piede sini- stro sull’orlo del sarcofago. Piero lo imposta al centro, fra due gruppi di alberi e di colline, che alla sua destra sono scheletriti, alla sinistra invece è esplosa la primavera: le piante sono verdi, i cespugli rigogliosi, simbolo del rinnovarsi della natura e della vita. Ai piedi del sepolcro scoperchiato il pittore raffigura quattro soldati di guar- dia, di cui due, appoggiati al sarcofago vuoto, dormono pacificamente senza accorgersi dell’accaduto. Gli altri due sono impietriti dall’apparizione. Tutti e quattro sono intrecciati iconograficamente da un’alternanza cromatica tipica delle opere di Piero: il rosso delle calze del primo soldato a sinistra continua nelle maniche del secondo; la corazza del secondo si confonde con i gam- bali del quarto, e il verde delle sue calze verdi è ripreso nel mantello del primo, nel camice del terzo e nell’elmo dell’ultimo. Si suppone che il soldato senza elmo al centro, il secon- do da sinistra, è un autoritratto di Piero stesso. Dietro di lui si trova la base del vessillo che regge Cristo, quasi a voler indicare un diretto contatto con la divinità, che ispira il pittore, ma anche l’uomo politico, poiché egli stesso ricopre più volte incarichi pubblici a Sansepolcro. Nel 2018 si è concluso un accurato restauro dell’opera a cura dell’Opificio delle pietre dure di Firenze e della So- printendenza di Arezzo. L’intervento, durato tre anni, ha scongiurato il sollevamento e il distacco della pellicola pittorica, assicurando la conservazione del capolavoro per il futuro 8 . Sandro Botticelli Adorazione dei Magi , dipinto a tempera su tavo- la (111x134 cm), 1475 circa, Galleria degli Uffizi, Firenze. Alessandro Filipepi (1445 – 1510), detto Sandro Bot- ticelli, è il più sensibile portavoce in ambito figurativo dell’umanesimo letterario e filosofico fiorentino della se- conda metà del Quattrocento. Il pittore rende visibile la bellezza idealizzata di cui parlano i neoplatonici e crea liriche pitture mitologiche mai viste prima d’ora: La Pri- mavera e La nascita di Venere . Sa descrivere i sentimen- 4 AAVV, Storia dell’arte Italiana , vol. II, Electa, Mondadori 1986, pg. 288. 5 AAVV, Piero della Francesca . L a Leggenda della Vera Croce in San Francesco ad Arezzo , Skira, Milano 2001, pg. 277. 6 Ferri Edgarda, Piero della Francesca , Mondadori, Milano 2001, pp. 226-227. 7 Ibidem, pg. 228. La Rivista Cultura La Rivista · Dicembre 2022 75
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