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La Rivista Elefante invisibile 1 A che cosa servono i limiti? Il concettodi limite di Vittoria Cesari Lusso I l concetto è talmente onnipre- sente nella vita quotidiana e nel- la comunicazione sociale che mi è venuta voglia di interrogarmi a proposito del suo significato per noi umani. Chissà che magari non emer- ga strada facendo (o meglio… scritto facendo) qualche elefante invisibile sotto forma di contenuti reconditi ai quali non si pensa a prima vista. Come faccio spesso quando ho l’am- bizione di approfondire temi con una valenza complessa, consulto dapprima i dizionari, cominciando anche questa volta dal Vocabolario Treccani. Alla voce limite ho trovato in primo luogo l’indicazione sull’origine del termine (dal latino limes che all’e- poca dell’antica Roma designava la linea di confine fortificata dell’Im- pero) e altresì tre pagine abbondanti di commenti su possibili significati. Troppa grazia, ho esclamato tra me e me! Una mole di informazioni che da sole potrebbero riempire lo spa- zio – ovviamente limitato - di questa rubrica. Comincio con il selezionarne tre che mi paiono riecheggiare problemati- che assai attuali. Primo significato, il limite come il livello massimo al disopra o al disotto del quale si ve- rifica normalmente un determinato fenomeno, come ad esempio: il limite delle nevi permanenti (sempre più alto purtroppo, visto il riscaldamento globale!); il limite di età (pensiamo all’infinito dibattito su quando e come andare in pensione). Secondo significato, il limite come regola fissata da norme di legge a scopi preventivi. L’esempio tipico è quello di velocità per gli autoveicoli, variabile a seconda dei contesti (og- gigiorno sarebbe opportuno anche fissarne uno per le biciclette elettri- che e i monopattini che scorrazzano sui marciapiedi). Per inciso, facendo un confronto tra i limiti di velocità segnalati sulle autostrade svizzere e italiane in presenza di lavori, mi viene da commentare che essi sono alquanto emblematici della diversa relazione Stato-Cittadino nei due Paesi. Infatti, in Svizzera i limiti sono di solito posti a 60-80 km orari, mentre in Italia - in situazioni asso- lutamente analoghe - ci si imbatte in cartelli con limiti di 20-40 km del tutto irrealistici, che ovviamente nes- suno rispetta (a parte qualche turista straniero ancora ignaro dei costumi italici). Il messaggio che l’autorità invia all’automobilista sembra essere: “visto che non vi è fiducia reciproca, ti impongo formalmente un limite più basso di quanto sarebbe ragione- vole, ben sapendo che tu comunque lo trasgredirai!” Terzo significato, il limite come insie- me di codici che fissano le regole del- le competizioni. Visto che si è appena concluso il mega-avvenimento spor- tivo dei campionai mondiali di calcio, ampiamente commentato dai media del pianeta, abbiamo ancora tutti in mente (tifosi o non tifosi) le osser- vazioni sui vari limiti da rispettare pena una sanzione (come ad esempio il fallo di mano, la posizione di off- side , la distanza minima nei calci di punizione, ecc.). Un insieme di regole, insomma, che rendono possibile una corretta competizione. L’ambivalenza psicologica del limite Ciò detto, sono gli aspetti psicolo- 1 Una vecchia leggenda indiana narra di un elefante che pur muovendosi tra la folla con la sua imponente mole passava comunque inosservato. Come se fosse invisibile ... La Rivista · Dicembre 2022 54
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