La Rivista

I l Corriere dell’Italianità , già Cor- riere degli Italiani ha raggiunto un traguardo importante: 60 anni che non sono poca cosa per una testata che non ha mai conosciuto soluzioni di continuità e che ha rac- contato gli italiani e l’italianità in anni difficili e bellissimi. Dagli anni 60, quando il Corriere è divenuto autonomo dal giornale francese, ha accompagnato i nostri connazionali attraverso la tempesta sociale della iniziativa Schwarzenbach, passando per il Concilio Vaticano II, per le elezioni di Presidenti della Repubblica, di Papi, raccontando catastrofi come il Disastro del Vajont, il terremoto dell’Irpinia, la caduta del muro di Berlino, fino a narrare i drammi del lavoro come la tragedia di Marcinelle e quella di di Mattmark . E in mezzo le storie dei nostri italiani Certo il volto dell’emigrazione è mutato, così come mutano i tempi, ma le motivazioni di un viaggio, molto spesso di non ritorno, sono le medesime. E il Corriere degli Italiani , ora Corriere dell’Italianità , è sempre stato presente per informare, avvertire, consolare, raccontare le vite dei nostri connazionali e a cambiare con loro. Una sfida (quasi) impossibile A proposito di cambiamenti, il Corriere 6 anni fa fu chiamato ad una sfida quasi impossibile, sopravvivere senza alcun supporto finanziario esterno e diventare quello che è ora: il punto di riferimento degli italiani oltre il Gottardo e la voce dell’Italianità oltre la Svizzera. L’emancipazione, inutile dirlo, ha richiesto molto impegno da parte del Comitato Direttivo dell’epoca che apportò molte altre importanti innovazioni tra cui l’inaugurazione dei nostri “ I lunedì del Corriere ” e il lancio del sito online www. corriereitalianita.ch . Certamente furono molto presto chiare le sfide con cui il Corriere doveva confrontarsi: diventare un giornale che raccontasse l’italianità e farlo in maniera diversa dal passato e dalle altre testate, attirando persone o gruppi interessati a sostenere il giornale e la stessa associazione non solo con contributi finanziari ma soprattutto con contenuti utili ad instradare il Corriere sulla via che oggi sta orgogliosamente percorrendo. Con questo spirito, nell’ottobre del 2016 quelli che insieme a me divennero alcuni dei membri del Comitato Direttivo si ritrovarono a Winterthur prima e successivamente a Zurigo, per tracciare la linea editoriale che da allora in avanti il giornale avrebbe tenuto e gli obiettivi da raggiungere. Si passò a modificare lo Statuto e a cambiare il nome dell’Associazione dando il via ad un cammino che continua ancora oggi: inserimmo nel nome dell’Associazione il complemento di fine “ per l’Italianità ” . Una scelta ponderata La scelta era stata ben ponderata e valutata già nel 2012 e nel 2017 riuscimmo a renderla reale. Specificare l’azione dell’Associazione e di riflesso del giornale era ed è fondamentale per la sua sopravvivenza: il giornale non racconta esclusivamente le persone ma intende incarnare i valori del nostro Paese, valori che sono trasversali. D’altro canto nella stessa Svizzera l’Italianità si manifesta non solo attraverso la lingua (nei cantoni germanofoni e francofoni vivono più persone che parlano italiano che in Ticino e nel Grigioni italiano) e le abitudini culinarie, ma anche in tutta una serie di ambiti forse un po’ meno appariscenti. Il Corriere degli Italiani (oraCorriere dell’Italianità) compie 60 anni. Il Passato e il futuro di un giornale che ha raccontato la storia dei nostri italiani all’estero La Rivista Società di Paola Fuso* La Rivista · Dicembre 2022 44

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