La Rivista

Liguria e Veneto. E la quantità va da buona a ottima con vertici di eccel- lenza (Trentino Alto Adige e Sicilia). Resta però la preoccupazione per il cambiamento climatico, fenomeno con cui si dovranno fare i conti ine- vitabilmente. “ La siccità e il caldo record di quest’anno non hanno compromes- so il vigneto Italia che, all’avvio della campagna vendemmiale, promette uve di qualità dal buono all’ottimo, con una quantità in linea con la media delle ultime annate - si legge nel report dell’Osservatorio Assoe- nologi, Ismea e Unione italiana vini, - a garantire la tenuta del prodotto finale, oltre alle provvidenziali piog- ge di agosto, il lavoro straordinario di ricerca e applicazione di enologi e produttori su una vite sempre più resiliente alle avversità climatiche e metereologiche ”. Come anticipato, la produzione 2022 dovrebbe attestarsi intorno ai 50,27 milioni di ettolitri di vino, la stessa quantità dello scorso anno (50,23 mi- lioni di ettolitri di vino il dato Agea 2021) e a +3% rispetto alla media del quinquennio 2017-2021, anche se rimane cruciale l’andamento mete- orologico delle prossime settimane. Condizioni climatiche favorevoli alla maturazione delle uve potreb- bero infatti far virare le previsioni in segno positivo, mentre un clima inadatto per le varietà tardive influ- irebbe negativamente sul prodotto vendemmiale.  Qualità da buona a ottima “ La vendemmia in corso ci sta consegnando una qualità delle uve che va da buona a ottima ”, rileva Riccardo Cotarella, presidente di As- soenologi. “ Molto dipende dalle aree di riferimento, mai come in questa stagione il giudizio quanti-qualitati- vo è totalmente a macchia di leopar- do e questo è dovuto essenzialmente a un clima estremo che ha pesante- mente condizionato, in particolare, i mesi di maggio, giugno e soprattutto luglio con punte di calore che han- no superato i 40 gradi e una siccità tanto prolungata. Fortunatamente, in agosto, su gran parte del Paese - tranne che per qualche eccezione - sono arrivate delle piogge ‘intelli- genti’ e cioè che non hanno procura- to danni, così da permettere alla vite la sua ripresa vegetativa e di portare a maturazione le uve senza partico- lari stress. Ma a contenere gli effetti negativi dei cambiamenti climatici è stato anche l’approccio scientifico che noi enologi abbiamo messo in campo a sostegno dei vigneti ”. “ La vigna si è rivelata ancora una volta il pivot della filiera, dimostran- do come anche con caldo e siccità si possa fare vini di alta qualità e volumi soddisfacenti – dichiara il presidente di Unione italiana vini, Lamberto Frescobaldi - Ma la parti- ta non termina con la vendemmia, perché specie in una fase congiun- turale così delicata emerge sempre più la consapevolezza che si possa e si debba fare meglio sul fronte del valore del nostro vino. Il tanto decla- mato record produttivo non è infatti La Rivista · Settembre 2022 89

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