La Rivista

Le previsioni indicate a settembre da T he European House Ambrosetti , stimano per l’Italia una crescita del Pil del 2,8% (1,1% nel 2023 e dunque niente recessione), un tasso di disoccupazione all’8,9%, gli investimenti all’8,6% (che scenderanno al 3,2% l’anno seguente), un consumo privato al 2% (1,3% nel 2023) e un’inflazione media al 6,8% che scenderà però al 3,4% l’anno prossimo. Le stime dell’ European House Ambrosetti di Corrado Bianchi Porro 110 MWh e a 85 euro MWh l’anno se- guente. L’oro è invece visto in salita: dai 1965 dollari l’oncia alla fine del 2022 a 2050 per 12 mesi più avanti. Particolare da non trascurare nel sondaggio svolto a Cernobbio tra i capitani d’impresa. Nel questiona- rio che viene dato ai partecipanti, l’umore degli imprenditori italiani convenuti al summit di apertura dopo le ferie, nonostante il periodo economico non proprio brillante risulta oggi nettamente migliore di quello riscontrato due anni or sono, quando per altro l’unico “incubo” fondamentale e preoccupazione era costituito dal timore legato alla pan- demia e relativo lockdown , mentre oggi impazzano, oltre alle varianti Covid, i prezzi delle materie prime, il prorompere dell’inflazione, il rialzo dei tassi d’interesse, la guerra in Ucraina con le connesse minacce russe, il confronto Usa-Cina e l’in- certezza della crisi politica ed ai suoi esiti di governo dovuta alle elezioni anticipate. L’allarme arriva dalla associazioni di categoria Con tutto questo, oltre la metà delle imprese stima quest’anno una crescita superiore al 10% ed al tasso d’inflazione, anche se può essere emblematico il fatto che predomi- nino a Cernobbio le grandi imprese, S ono ovviamente stime che comunque raccolgono l’analisi di solidi istituti italiani e internazionali, FMI, OCSE e BCE. L’Italia ha il prima- to degli investimenti anche grazie all’impegno profuso dall’Unione europea con il PNRR e programmi connessi (a fronte per intendersi degli investimenti in Germania stimati all’1,9% quest’anno e al 2,5% nel 2023). Grazie alla crescita pre- vista, il debito italiano in rapporto al Pil scenderà dal 149,2% al 147,6%, a fronte della Francia stabile al 112% e la Spagna al 115%, con la Germania virtuosa al 68%. Il primato negativo in Europa appartiene alla Grecia (182,7). Per il Giappone, che è un caso speciale, siamo al 248% sul Pil men- tre gli Stati Uniti si trovano intorno al 119%. Col vantaggio per l’Italia che gran parte del debito locale appar- tiene ai residenti. Un sondaggio tra i capitani d’impresa Tali ipotesi, occorre dirlo, sconta- no un prezzo dell’energia e della ma- teria prime che in realtà sono viste in calo o stabili nel corso del prossi- mo anno. Per intendersi, il petrolio è stimato a 112,56 dollari il barile alla fine di quest’anno e a 112,60 un anno più tardi. Il gas naturale in euro è ipotizzato alla fine di quest’anno a La Rivista Italiche La Rivista · Settembre 2022 7

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