La Rivista

realizzate da una falegnameria e i bordi vennero serigrafati da Warhol e i suoi assistenti come le etichette originali. Saranno proprio queste opere a far scaturire in Arthur Danto, celebre filosofo ammaliato da queste creazioni, la sua concezione sulla filosofia dell’arte, che ruota attorno ad una domanda fondamentale: “che cos’è l’arte?”. Questo interrogativo lo porterà a ritenere queste scatole di legno delle vere e proprie opere d’ar- te, in forza della loro capacità di evo- care e rappresentare alla perfezione un determinato contesto storico, in questo caso gli anni ‘60 assieme alle sue innumerevoli novità, di cui il pop artist può essere considerato senza dubbio il massimo interprete. L’evento che rese queste opere tra le più celebri dell’intera storia dell’arte fu la personale dell’artista presso la Stable Gallery di New York, tenuta- si nel 1964: queste sculture furono disposte all’interno dello spazio espositivo tutte in fila e una sopra all’altra, proprio come se si trattasse di un supermercato piuttosto che di una galleria d’arte ”. È visitando questa mostra che Leo Castelli si ricrede e comprende l’at- tualità dell’operazione di Warhol, arruolando nella sua scuderia. Nasce la celebre The Factory Da questo momento la carriera di Warhol ha una vera e propria defla- grazione. Nasce la celebre The Factory , origi- nariamente al 231 East 47th Street, dove innumerevoli assistenti creano a ritmo frenetico le sue opere in serie: quadri, film, cover musicali, sculture, copertine di riviste e molto altro. E dove Warhol accoglie attori, musicisti, scrittori, tutto il mondo creativo newyorchese, creando i primi film come i The Velvet Uder- ground & Nico , per cui realizza an- che la copertina del celebre LP. Qui sono realizzati molti altri film che mostrano azioni ripetute dilatate nel tempo, sorta di quadri proiettati su una parete bianca e gli Screen Test , ritratti filmati di personaggi in visita alla Factory , ripresi, allo scopo di entrare nella loro intimità, con una camera fissa senza muoversi per tre minuti su un fondo nero. Alcuni di questi film dedicati alla cultura gay newyorkese, di cui Warhol faceva parte, sono stati censurati, distribuiti col passaparola e proiettati trent’an- ni dopo la data di realizzazione in occasione di mostre organizzate in vari musei del mondo. Nella Factory viene realizzato inoltre il magazine Interview con in copertina, per cia- scun numero, il personaggio del mo- mento. E sono prodotte altre celebri copertine per Time e Playboy . Molte altre Factory seguiranno in diverse parti della città, laboratori dei tantis- simi progetti ideati senza sosta dal poliedrico artista. Nel frattempo è nata una nuova ge- nerazione di artisti come Basquiat, Haring, Scharf che considerano Warhol il loro padre spirituale: accogliendoli nella sua cerchia La Rivista Cultura Querelle , 1982, Serigrafia su carta, Unique, 100 x 100 cm, Collezione Privata La Rivista · Settembre 2022 76

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