La Rivista

presidente dei giovani PLR Matthias Müller e il consigliere nazionale UDC Gregor Rutz. Le conseguenze concrete Quella di una “semplice riduzio- ne” del canone è una proposta insi- diosa e in apparenza più allettante rispetto alla ben più drastica No Bil- lag . Inoltre, alla luce della bocciatura recente del pacchetto di aiuti ai me- dia privati, sembra che una parte dei cittadini svizzeri sia meno propensa a sostenere il servizio pubblico. In una recente riunione a Lucerna, an- che i grossi editori privati svizzeri hanno affermato di “ provare sim- patia ” per la proposta “ 200 franchi bastano ”. Ma quanto prevede l’iniziativa è irre- alizzabile, ha sottolineato il direttore generale SSR Gilles Marchand in un’intervista al Corriere del Ticino , indicando tre conseguenze princi- pali e potenzialmente catastrofiche (non solo per il servizio pubblico) di un sì alle urne. In primo luogo, “ il modello decentralizzato della SSR non sarebbe più sostenibile. Oggi abbiamo studi in tutte le regioni del Paese. Una capillarità evidentemen- te molto costosa che non sarebbe più sopportabile se la SSR venisse ridimensionata ”. In secondo luogo, ci sarebbero ripercussioni drastiche sui posti di lavoro. “ Se la SSR venis- se dimezzata, ci sarebbe un impatto equivalente sul personale ”. Il che equivale a migliaia di posti di lavoro. Senza contare le ripercussioni in tutte le aziende private che lavorano grazie alla SSR. Infine, l’indeboli- mento della SSR si ripercuoterebbe sul settore industriale che le fornisce prestazioni. “ Insomma, tutta l’eco- nomia del paese ne risentirebbe ”, conclude Marchand. Dopo il sostegno incassato dalla bocciatura della No Billag , la SSR si è comunque attivata per mante- nere le promesse fatte, ha ricordato sempre il direttore Marchand in una recente intervista rilasciata a Bilanz : ha investito nell’offerta per i giovani, ha lanciato la piattaforma nazio- nale di streaming Play Suisse (che in un anno ha conquistato mezzo milione di iscritti) e ha puntato sulla produzione di serie svizzere. Ha poi intrapreso misure di risparmio che hanno portato a economizzare oltre 100 milioni di franchi e ha allacciato diverse collaborazioni con i media privati. Secondo il consigliere nazionale Martin Candinas, da anni in prima linea nella difesa del servizio pub- blico radiotelevisivo, interpellato dal sindacato SSM, “ è chiaro che questa continua chiamata alle urne può essere un elemento di pressione per la SSR e per chi ci lavora, ma può anche essere uno stimolo per fare meglio, per inventarsi nuove strate- gie, per non “sedersi” ma cercare di innovarsi continuamente ”. Canone invariato per due anni e concessione da ridiscutere Intanto il canone rimarrà inva- riato per il prossimo biennio 2023- 2024. Lo ha stabilito il Consiglio federale all’inizio di settembre. Le economie domestiche continueran- no quindi a pagare 335 franchi. Le proiezioni dell’Ufficio federale delle comunicazioni (UFCOM) indicano che il fabbisogno aumenterà un po’ più rapidamente dei ricavi, soprat- tutto a causa della compensazione del rincaro. Ma il divario potrà es- sere compensato dalle riserve pari a 189 milioni accumulate negli ultimi anni per far fronte a variazioni im- previste di reddito o fabbisogno. Nel 2024 sarà rivalutata la quota per il 2025-2026. Il Governo ha anche prolungato la La Rivista · Settembre 2022 66

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