La Rivista

questa volta mira a ridurre la quota del canone dagli attuali 335 franchi a 200 franchi. Prevede che le (di- mezzate) risorse a disposizione della SSR vengano distribuite in modo che le regioni linguistiche minoritarie mantengano un’offerta invariata, in particolare Svizzera italiana e romancia. Le aziende e le imprese commerciali dovranno invece essere esentate dalla tassa, mentre le emit- tenti private già in parte finanziate dal canone dovranno continuare a ricevere almeno la quota attuale. La raccolta delle firme è stata avviata lo scorso mese di maggio e prose- guirà fino al 2023. Seguirà poi l’iter parlamentare e infine si andrà alle urne (nel 2025-2026). Il comitato promotore è composto dal presiden- te nazionale dell’UDC Marco Chiesa, consigliere agli Stati, insieme al consigliere nazionale dello stesso partito Thomas Matter, il direttore dell’Unione svizzera delle arti e dei mestieri Hans-Ulrich Bigler, il Il futuro del servizio pubblico dei media I l dibattito sul futuro del servizio pubblico radiotelevisivo svizzero è tornato ad accendersi. Anche se per ora non è uno dei temi nazionali di primo piano, fra pochi anni con tutta probabilità si tornerà a discutere – e votare – sul canone radio-tv. A cinque anni dalla votazi- one sull’iniziativa No Billag , che prevedeva la cancellazione del ca- none ed è stata nettamente bocciata alle urne (dal 71% dei votanti), è stata lanciata una nuova iniziativa, che Dall’iniziativa per la riduzione del canone alla revisione della concessione SSR: i prossimi anni si preannunciano cruciali per il servizio pubblico radiotelevisivo, che dovrà rendere ancora più evidente il suo ruolo fondamentale per la democrazia e la coesione nazionale. di Giorgia Reclari Giampà La Rivista Società La Rivista · Settembre 2022 65

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