La Rivista

pensionamento, appare chiaro come tale popolazione non aspiri a svuo- tare “professionalmente” le proprie giornate riempendole con eterne vacanze, bensì desideri: non gettare nel cestino le competenze maturate mettendole a disposizione per com- piti magari meno gravosi e meno vincolanti; continuare a sentirsi utili; condividere con i più giovani parte delle proprie esperienze; perseverare in certi apprendimenti; essere di so- stegno a figli e nipoti e altro ancora. In sostanza impegnarsi in attività che danno un senso alle loro giorna- te. Essi spesso non amano sentirsi semplicemente definire “ pensionato, pensionata ”, in quanto considerano tale termine una “ non-identità ”. Quale messaggio per i più giovani? Cosa dire ai giovani a proposito del lavoro? Sostituire il miraggio del posto fisso, ripetitivo e poco stimo- lante, incoraggiandoli a non smette- re mai di formarsi e di ricercare, in patria o altrove, esperienze di lavoro che permettano di capire e mettere alla prova le proprie inclinazioni e aspirazioni. Si dice spesso che in passato buona parte dell’identità delle persone era determinata dal lavoro svolto: dim- mi che fai e ti dirò chi sei! Anche oggi continuiamo a percepire spesso una sorta di sovrapposizione e con- fusione tra identità personale e iden- tità professionale, ma con una riser- va però: dire che sono un dirigente, un’ambasciatrice, un insegnante, una ricercatrice, un agricoltore suggerisce unicamente una prima superficiale percezione della perso- na a partire da categorie socio-eco- nomiche, ma nulla dice sulla qualità del lavoro che la persona offre e da cui dipendono sia la percezione del proprio valore, sia il sentimento di efficacia per la soddisfazione del lavoro ben fatto, sia la stima goduta nel proprio ambiente professionale. Tornando all’esempio di Faussone citato all’inizio non basta dire che è un montatore, ma occorre ag- giungere che egli si considera (ed è considerato) uno dei migliori della categoria per la passione, l’impegno e la perizia di cui dà prova. È questo che lo rende orgoglioso e vivo! I celeberrimi Henry et Meghan hanno mostrato al mondo intero di detestare il lavoro sognato da buona parte dell’umanità: quello di fare i principi e i rappresentanti della famiglia reale inglese Perché mai un pastore può essere felice di occuparsi delle sue pecore e invece un principe si dimostra insoddisfatto del suo ruolo? La Rivista · Settembre 2022 30

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