La Rivista

l’economia nipponica ha suoi assetti molto particolari e che da tempo il Sol Levante ha comunque un tasso medio di crescita economica non alto. Più in generale, si può dire che anche dalle previsioni OCSE emerge un’inflazione che nel mondo è salita più di quanto fosse stato in preceden- za stimato e che dovrebbe scendere nel corso del 2023, sì, ma in modo graduale e non con cadute repentine. La disoccupazione Tornando alle previsioni SECO sulla Svizzera, è interessante anche vedere quanto è accaduto e ancora dovrebbe accadere sul versante della disoccupazione. Secondo la Segrete- ria di Stato dell’economia, i cui dati si basano sui senzalavoro iscritti agli uffici di collocamento, il tasso di disoccupazione nazionale medio è stato del 3,1% nel 2020 e del 3% nel 2021; per quel che concerne le previ- sioni, la SECO indica 2,2% per il 2022 (non più 2,1%) e 2,3% per il 2023 (non più 2%). Anche per il tasso di senza- lavoro la Svizzera rimane tra i Paesi meglio messi; è sempre vero che in linea di principio anche un solo di- soccupato è di troppo, ma se si guar- da alla realtà concreta dell’economia bisogna dire che avere zero disoc- cupati è praticamente impossibile, non foss’altro per il fatto che anche nelle migliori situazioni i movimenti di entrata e di uscita di forza lavoro nelle diverse imprese non coincido- no esattamente. Al di là delle oscillazioni naturali nel corso degli anni, la Svizzera ha saputo comunque mantenere una di- soccupazione bassa nel raffronto in- ternazionale e ciò si sta confermando anche in una fase complicata come l’attuale. Anche in questo caso per avere un’idea della tenuta elvetica si può guardare pure ad alcuni esempi di previsioni dell’OCSE, qui in tema di disoccupazione. L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico con i suoi metodi di cal- colo prevede per gli Stati Uniti 3,6% quest’anno e 3,7% il prossimo; per il Regno Unito rispettivamente 3,8% e 4,2%; per l’Eurozona 7% nel 2022 e 7,3% nel 2023. Con il rimbalzo econo- mico del 2021 il quadro della disoccu- pazione è migliorato in buona parte del mondo, alcuni Paesi hanno fatto più progressi e altri meno, ma alcuni passi avanti nel complesso ci sono stati. Ora il rallentamento dovuto alle tensioni geopolitiche ed economiche internazionali rischia di farsi sentire negativamente anche sui vari mer- cati del lavoro, ma la Confederazione come detto si sta ancora una volta difendendo meglio di molti altri. Il sistema Se da un lato il quadro internazio- nale presenta molte complessità, che in una certa misura non possono non pesare anche alle latitudini elvetiche, dall’altro lato la Svizzera ha un siste- ma Paese che consente di limitare i danni nelle fasi negative (e di contro di usufruire meglio di altri delle fasi positive). Per alcuni aspetti anche la Confederazione elvetica attualmente deve affrontare sul piano economico ondate negative, ma la buona resi- stenza che la Svizzera sta mostrando anche in questa fase conferma che le caratteristiche di fondo del sistema Paese vanno mantenute. Un’eco- nomia aperta e orientata al libero scambio, un contesto favorevole alle attività delle imprese ed a ricerca-in- novazione, la diversificazione tra industria, finanza, commerci, il rigore complessivo nella gestione dei conti pubblici, un buon grado di coesione sociale, sono tutti fattori di rilievo che fanno parte del sistema elvetico. Anche la Svizzera deve navigare in acque agitate, ma sarebbe un errore rinunciare a questi e ad altri fattori che hanno reso possibile in passato una navigazione efficace e che anco- ra stanno consentendo di limitare i danni e di non perdere la rotta. La Rivista Elvetiche Al di là delle oscillazioni naturali nel corso degli anni, la Svizzera ha saputo comunque mantenere una disoccupazione bassa nel raffronto internazionale La Rivista · Settembre 2022 13

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