La Rivista

spalanca le porte all’immaginazione. Con la mia ho voluto mettere il pardo, che si toglie il cappello per dare il benvenuto al pubblico e aprire idealmente il Festival, ma anche il pardino. Poi le icone della Piazza Grande, la cabina con il suo fascio di luce e lo schermo. E l’occhio, che è regista, è spettatore, è cinema. La lacrima uscendo genera un’illusione ottica, spezza le linee e collabora a generare questo paesaggio che ho voluto montare in un’atmosfera surreale, in cui tutto è possibile. Esattamente come al cinema. Che rapporto hai con il cinema? Non sono un cinefilo, non conosco molto e soprattutto non arrivo mai al contemporaneo; resto sempre nel passato, scoprendo film del secolo scorso senza mai concedermi alle novità. Al liceo rimasi colpito dalla cinematografia surrealista e espressionista e credo che la mia immagine ne sia influenzata. Guardate ad esempio le ombre… In generale poi sono folgorato dagli anni Cinquanta e Sessanta. Un’epoca in cui si è fatto tutto quello che si poteva fare, in grado in un certo senso di creare l’eternità, immagini e immaginari che non invecchiano mai. Credo sia stato un momento creativo alimentato dal mix perfetto di passione, competenza, rispetto, mezzi e libertà. E io ci torno continuamente, sfogliando, guardando e riguardando l’archivio che negli anni ho messo insieme. Mai stato a Locarno? Mai. Sarò davvero felice di farlo quest’anno, in un modo così strano: sarà la prima volta e mi vedrò affisso ovunque. Sarà una doppia prima vol- ta, perché non mi è mai successo di vedere un mio lavoro ovunque. Potessi scegliere un film da vedere in Piazza Grande? Pickpocket di Bresson (mostrato a Locarno nel 1983 grazie alla Carte blanche offerta a Alain Tanner, ndr ). Cos’è un manifesto? Un formato di rappresentazione dentro cui devono convivere elementi precisi, tipografia e illustrazione, che insieme devono creare l’immaginario riassuntivo di un universo. Poi però deve andare oltre. Deve riuscire ad attaccarsi ai ricettori di chi lo guarda e rimanere là, iniziando a costruire altri immaginari. La Società Svizzera per servizi finanziari Zurigo e Lugano www.leotrust.ch La Rivista · Marzo 2022 78

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