La Rivista
sento profondamente mia, meno vin- colata alle logiche di una “commis- sione”. Apprezzo moltissimo che il Festival l’abbia stimata e ancor di più rispettata quando è stato il momento di discuterne la sua applicazione ope- rativa. Sinceramente non mi ero fatto aspettative, avevo voluto domarle; quando poi ho letto che erano arriva- te oltre mille proposte quelle poche che avevo sono sparite. E invece…. È un’immagine completamente nuova rispetto agli ultimi decenni di manifesti a Locarno, farà discutere. Prima di partecipare ho studiato la galleria dei manifesti della storia del Festival e di fronte a tutta quella grafica e tipografia ho deciso di lavorare sull’illustrazione. Se farà discutere sarò interessato a capire come. Sicuramente un manifesto d’autore, se lo possiamo definire così, è un qualcosa che porta prestigio a chi ha il coraggio di farsene carico. Può essere una bella storia, forse un attimo fuori dagli schermi del classico manifesto festivaliero cinematografico. Come lo racconteresti al pubblico? Il bello dell’illustrazione è che Il mio Locarno, dove tutto è possibile U n’illustrazione nata negli anni Venti e innamorata degli anni Sessanta del secolo scorso, rivolta però a un tempo in cui tutto è possibile. Da oggi Locarno75 ha un volto con il profilo della tradizione e uno sguardo indubbiamente nuovo. L’illustrazio- ne con cui Vito Manolo Roma ha conquistato la giuria del contest per dare un’immagine all’edizione 2022 del Locarno Film Festival racconta in un’unica tavola gli infiniti piani del cinema. «Per tutta la durata del contest ho lavorato su un concetto — racconta Roma, classe 1982, a cui forse la definizione che calza meglio è quella di disegnatore — poi 48 ore prima della consegna ho cambiato tutto, ho messo da parte l’idea origi- naria e iniziato a lavorare a questa, che poi avrebbe vinto». Una svolta decisiva, dovuta a cosa? A una mostra e al mio stile. Stavo tornando a Milano da Torino, dove avevo visto una mostra sul surre- alismo italiano; è lì che qualcosa è scattato e mi ha fatto cambiare, deci- dendo di lavorare a qualcosa che fos- se molto più “mio”, collegabile al mio stile. Ovvero questa immagine, che Vito Manolo Roma, disegnatore classe 1982 di Milano, racconta come è nata l’immagine con cui ha tracciato le linee di Locarno75. Tra una mostra surrealista, l’amore per gli anni Sessanta e la voglia di spalancare nuovi immaginari. La Rivista LocarnoFilmFestival La Rivista · Marzo 2022 77
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