La Rivista
di Nico Tanzi La città che poteva cambiare le sorti del mondo Viaggio nella Ivrea di Adriano Olivetti, Capitale Italiana del Libro 2022 L a solita liturgia, mi viene da pensare, ascoltando le formule di rito. Retorica e buoni propositi, di quelli che in genere scivolano via senza lasciare traccia. Poi, al momento di ascoltare le motivazioni, qualcosa mi colpisce. Il ministro parla della “ straordinaria eredità culturale e tecnologica ” della città piemon- tese, rivendicata come “ ispirazione di una visione che può diventare un modello all’altezza dei tempi ”. E quelle parole, in qualche modo, prendono a risuonare. Mettono in moto cortocircuiti di memoria, con- nessioni spazio-temporali. Squarci di Novecento si stagliano, eroici e malinconici, sul nostro presente devastato. A decidere ci metto un niente: andiamo a vederla da vicino, questa città che (quasi) nessuno conosce ma dove, un giorno non poi così lontano, sarebbero potute cam- biare le sorti del mondo. Il Museo Civico Garda, ospitato nei locali dell’ex monastero di Santa Chiara. L’allestimento colorato, in occasione della bella mostra dedicata al rapporto fra Folon e la Olivetti, attenua almeno in parte la suggestiva atmosfera metafisica della piazza Ottinetti. È il 16 febbraio quando, in videocollegamento con le città candidate al titolo, Dario Franceschini proclama Ivrea “ Capitale Italiana del Libro 2022 ”. La Rivista Il Belpaese La Rivista · Marzo 2022 51
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