La Rivista

da derivati di pellame. I prodotti cruelty free devono essere realizzati senza nessun materiale di origine animale, sia nelle componenti più visibili, sia in quelle integrate e na- scoste. Noi per questa tipologia di prodotti utilizziamo prevalentemen- te pelle sintetica o tessuto. Chi progetta queste borse innovative? La progettazione e produzione devono essere molto differenti dalla produzione di quelle di pelle, o mi sbaglio? Direi proprio di no, realizzare borse sostenibili non è molto diver- so da realizzare borse tradizionali, l’aspetto di sviluppo modello e pro- totipazione è esattamente lo stesso. La differenza sostanziale è nei ma- teriali utilizzati, che chiaramente possono avere diverse reazioni alla lavorazione o nell’utilizzo, o in alcu- ne colle utilizzate. Noi, per esempio, non usiamo il mastice, un collante molto usato in pelletteria, ma estre- mamente tossico e dannoso per l’ambiente, utilizziamo solo collanti ecologici a base acquosa e senza solventi. L’attività di prototipazione e svilup- po prodotto viene svolto da Mihaela, che è la prototipista, che svolge questa attività anche per conto terzi attraverso un suo studio di prototi- pazione, lo STUDIO MILAB. Quando progettate una borsa, a quale tipo di cliente pensate? Il nostro target è principalmente un pubblico giovane, anche se ab- biamo clienti un po’ di tutte le età. Inizialmente pensavamo di avere grosse difficoltà ad intercettare i più giovani (ci riferiamo alla fascia 18- 25), ritenendo che questo segmento fosse poco interessato alle tematiche ambientali, invece, con nostro gros- so stupore, abbiamo scoperto che, soprattutto negli ultimi anni, questa categoria è sempre più sensibile a questi temi, in maniera ancora più forte, incisiva ed estesa del pubblico più maturo. Con chi vi confrontate a livello internazionale? Avete parecchia concorrenza, presumo. Si tratta di un mercato sicura- mente molto frammentato, dove, soprattutto negli ultimi anni, stanno nascendo numerosi nuovi marchi. Uno dei nostri riferimenti, nonché fonte di ispirazione, è sicuramente l’azienda svizzera Freitag , forse la best practice in questo settore. Si tratta di un mercato dove i mar- chi sono tendenzialmente medio/ piccoli. Questo anche perché una grossa azienda è difficile che inte- riorizzi nella sua totalità i principi di sostenibilità, ma anche perché chi sceglie questo tipo di prodotti predilige brand indipendenti ed emergenti, rispetto a grandi marchi che, spesso, intraprendono strategie di green washing , senza realmente riconoscere l’importanza di questi comportamenti. In ogni caso possiamo dire che stia- mo riuscendo a farci notare nel pa- norama di settore, infatti siamo stati inseriti tra i migliori brand di moda sostenibile in Italia da diverse riviste o siti web: Marie Claire , I-d, Focus, Ohga, Sustainable Gate ecc. Inoltre siamo stati inseriti come best practices nel prestigioso rapporto GreenItaly 2021 , una ricerca sulla Green Economy in Italia a cura di Fondazione Symbola e Unioncamere. Come garantite che i prodotti siano ad alto livello qualitativo? La qualità viene garantita da una produzione genuinamente artigiana- le, dove l’artigiano lavora ogni singo- lo pezzo, uno alla volta, verificando accuratamente che siano rispettati alti standard produttivi. Nonché applicando tutta una serie di accorgi- La Rivista Il Belpaese La Rivista · Marzo 2022 41

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