La Rivista

te dei materiali scartati dal mondo economico e produttivo. Inizialmen- te ci siamo avvicinati a materiali più “atipici”, ma anche più facili da repe- rire, come camere d’aria usate, ma- nifesti usati in PVC e sacchi di juta usati, materiali sicuramente più ca- ratteristici, dove l’aspetto del riciclo era fortemente enfatizzato. Succes- sivamente, anche grazie alla nostra collocazione estremamente strategi- ca rispetto all’industria della moda, ci siamo avvicinati, sempre di più, a materiali più tradizionali per questo settore. Ci troviamo infatti a ridosso del distretto pellettiero fiorentino, adiacenti al distretto tessile prate- se, e a breve distanza dal distretto conciario di Santa Croce sull’Arno, distretti d’importanza e rilevanza internazionale. I materiali prove- nienti da questi settori industriali sono sicuramente meno particolari dei precedenti, ma interiorizzavano e rappresentavano in maniera più forte e significativa l’impatto che il mondo economico, e in particolare il settore della moda, ha sull’ambiente. Ci siamo infatti resi conto che una significativa parte dei materiali im- piegati in questo settore rimaneva inutilizzati, e non si parla di una par- te residuale, ma di magazzini interi. Sono materiali che devono pertanto essere smaltiti, nonostante spesso abbiano ancora un altissimo poten- ziale d’utilizzo. I motivi per cui que- sti materiali vengono scartati sono vari, possono essere scarti di pro- duzione, rimanenze di magazzino, eccedenze, materiale difettato o mal conservato, campionari ecc. Il nostro progetto è nato proprio da questo concetto, recuperare quello che per altri è uno scarto, valorizzandone il suo potenziale inespresso. Potrebbe spiegare il concetto “camere d’aria”? È semplicemente la camera d’aria utilizzata nelle ruote delle bi- ciclette, che viene rimossa e gettata una volta che la ruota si buca. È un materiale affascinante, perché il suo aspetto estetico su un prodotto moda è veramente molto accattivante. È uno dei primi materiali che abbiamo introdotto nella nostra produzione, sia per la facilità di reperimento, sia perché era uno dei materiali su cui si è più concentrata l’attenzione, al- meno inizialmente, del settore della moda sostenibile. Questo settore è infatti molto cambiato negli ultimi anni, se dapprima si cercava di utilizzare principalmente materiali atipici e particolari, dove l’aspetto del riciclo era molto enfatizzato ed evidente, ora si punta sempre di più su prodotti dall’aspetto più classico. Devono essere esteticamente equi- valenti ai prodotti tradizionali, e se possibile anche meglio. Si devono poter confondere rispetto agli altri prodotti, e non farsi notare a tutti costi per il loro richiamo al riciclo. Attirare l’attenzione si, ma per il loro design, non perché fatti con un vec- chio copertone macchiato d’olio, non so se mi spiego... Noi in ogni caso facciamo una pro- posta ibrida, i nostri prodotti adot- tano entrambi gli approcci, alcuni Alessio Baldi con Mihaela Badan è l’ideatore di ecodream La Rivista Il Belpaese La Rivista · Marzo 2022 39

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