La Rivista

petrolio anzitutto) e dell’alimentare. I rincari sono andati ben oltre il livello che era stato previsto come tetto teo- rico dalle maggiori banche centrali e ora queste ultime stanno cambiando linea, seppur molto gradualmente, e hanno cominciato a diminuire la li- quidità e a ritoccare all’insù i tassi di interesse, per frenare l’inflazione nel- la prossima fase. Nel frattempo però molti Paesi devono fare i conti con questi rincari più alti del previsto, che fanno diminuire il potere d’acquisto. Anche in Svizzera l’inflazione è sa- lita, ma il livello resta decisamente inferiore a quello che si registra negli Stati Uniti e nei maggiori Paesi eu- ropei. Avere un’inflazione contenuta resta un vantaggio, ottenuto grazie a una politica di lungo periodo cauta in tema di liquidità e grazie alla forza della propria moneta. Quando diven- ta troppo forte, il franco può creare alcuni ostacoli alle esportazioni elve- tiche e per questo la Banca nazionale svizzera non da oggi cerca di frenar- ne l’ascesa. In una fase di inflazione più alta nel mondo, però, si vede più chiaramente anche un aspetto positi- vo della moneta forte: i beni e i servi- zi acquistati all’estero di fatto costano meno e la Svizzera limita così di fatto l’importazione dell’inflazione. Le sfide Se è vero che lo schema elvetico sta uscendo confermato nella sua solidità di fondo, è anche vero che per completare l’analisi occorre pure indicare sfide che rimangono aperte. In parte si tratta di sfide generali che non riguardano solo la Svizzera, in parte sono invece sfide che riguarda- no specificamente il Paese. Le conse- guenze della guerra in Ucraina pro- vocata dall’aggressione russa sono ad esempio tra le sfide generali della fase. Tra le sfide specifiche che tocca- no la Confederazione elvetica, vale la pena di citarne due non secondarie, diverse tra loro. Una concerne il ver- sante sanitario della battaglia contro la pandemia. Leader sotto molti aspetti economici e sociali, la Svizze- ra non lo è stata per quel che riguarda il tasso di vaccinazione anti corona- virus. Secondo l’Ufficio federale di sanità pubblica, al 17 marzo scorso la percentuale di completamente vaccinati sulla popolazione com- plessiva era in Svizzera pari al 69%. I dati Worldometer indicavano invece ad esempio l’85% per la Spagna, il 79% per l’Italia, il 77% per la Francia, il 75% per la Germania. Nonostante la gran parte della Svizzera si sia unita come detto nella lotta contro la pandemia, l’avanzata dei vaccini è stata meno consistente rispetto a molti altri Paesi. La battaglia globale contro la pandemia purtroppo non è finita, nonostante i successi con- seguiti. Forse non si dovrà tornare a campagne di vaccinazione ma, se un domani fosse necessario, la Svizzera avrebbe bisogno di una percentuale maggiore di vaccinati, per la salute e per l’economia. Una sfida diversa, sia economica sia politica, riguarda i rapporti con l’Unione europea, che resta l’area di riferimento principale per gli scambi elvetici. Dopo il no pronunciato dalla Svizzera al nuovo Accordo quadro con Bruxelles che si era delineato, rimangono come si sa in vigore i ro- busti Accordi bilaterali di inizio anni Duemila. Ma sulle prospettive future per ora non c’è ancora chiarezza. Che in Svizzera non ci sia una maggio- ranza a favore dell’adesione all’UE appare un fatto scontato, ma resta la necessità di confermare l’impianto dei bilaterali con Bruxelles e al tempo stesso di aggiornare questo tipo di intesa, che si è mostrata peraltro utile per entrambe le parti. Dopo la buona tenuta economica complessiva in questi ultimi e complicati anni, la Svizzera presto o tardi dovrà anche dare nuova forma e nuova sostanza alle relazioni con l’Unione europea, maggior partner commerciale elveti- co, in particolare sul versante appun- to dei bilaterali. La Rivista Elvetiche Arrivederci Fabio Ben tornato Lino Fabio Dozio, che ci ha accompagnato, curando questa rubrica per 8 anni, è costretto a rivedere i suoi impegni ripensando l’impiego del suo tempo. Lo comprendiamo e soprattutto lo ringraziamo per il suo contributo: sempre sobrio, con la sobrietà che propria dell’esperto, e al contempo incisivo, puntualmente apprezzato da noi e, cosa ancor più importante, dai lettori della Rivista. Gli subentra Lino Terlizzi, noto giornalista economico, tra l’altro editorialista del Corriere del Ticino e corrispondente per la Svizzera del Sole 24ore. Si tratta per noi di un gradito ritorno. Con lui abbiamo iniziato l’avventura del rilancio della Rivista nel 1998. Ritrovarlo di nuovo al nostro fianco è motivo di duplice soddisfazione: per le qualità della persona e per la competenza del professionista. La Rivista · Marzo 2022 13

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