La Rivista

giornata attiva (ricordate sempre che il nostro metabolismo si è svi- luppato all’epoca in cui i nostri pro- genitori vivevano in tribù nomadi di cacciatori e raccoglitori). Il cortisolo, infatti, mobilita le riserve eventual- mente a disposizione, ossia glucosio derivante dal glicogeno accumulato nei muscoli e nel fegato o, in man- canza, da quello prodotto a partire dalle proteine muscolari. Inoltre, il cortisolo presiede alla capacità di reazione e concentrazione. In altre parole, eliminando la componente di “dipendenza” da caffeina, baste- rebbe l’innalzato livello di cortisolo a farci partire con il giusto focus fin dal risveglio, rimandando il piace- re di una bella tazzina fumante e aromatica almeno un’oretta dopo il risveglio. Se questa ragione non dovesse bastarvi, per alterare leggermente il rituale mattutino, tenete anche presente che la caffeina è in grado di alzare ulteriormente il livello di cortisolo, mettendo il corpo in una condizione di infiammazione croni- ca, nella quale l’efficienza del siste- ma immunitario, alla lunga, viene compromessa. Infine, elevati livelli di cortisolo possono celarsi dietro “inspiegabili” aumenti di peso o dif- ficoltà a dimagrire. Per farla breve, se nessuno mette in dubbio l’effetto psicologico positivo di una tazzina di caffè al risveglio, l’effetto energizzante non è effet- tivamente quello che si otterrebbe aspettando un poco, mentre gli “ef- fetti collaterali” sono ampiamente provati. A metà mattina, viceversa, i livelli di cortisolo sono a livelli minimi (sem- pre che non si resti a digiuno) ed è quindi proprio qui che si va ad otte- nere il maggior beneficio, sorbendo una bevanda energizzante. Continuiamo con lo stomaco . Se sof- frite di acidità, con o senza reflusso, bere caffè a stomaco vuoto è davvero una pessima idea. Ma come? – di- rete voi – il caffè non fa digerire? Certo, il caffè può essere di aiuto nel processo della digestione, soprattut- to in caso si abbia una insufficiente secrezione di succhi gastrici. La caf- feina, infatti, stimola la salivazione (e nella saliva, non dimentichiamolo, sono presenti enzimi digestivi) e la produzione di acido cloridrico nello stomaco, essenziale per il processo digestivo. Tuttavia, a digiuno, l’ef- fetto complessivo sarà un aumento di produzione di acidi che possono causare, appunto, acidità e in diversi casi anche reflusso. E se voglio mangiare DOPO aver bevuto caffè a digiuno? In quel caso, tenete conto che la caffeina ha un effetto eupeptico, ossia aumenta l’appetito. Il che può essere positivo a colazione – se proprio non voglia- mo considerare quanto scritto nella prima parte di questo articolo – ma potrebbe essere dannoso a metà mattina o metà pomeriggio, perché potrebbe aprire quella “voragine” nello stomaco, nemica di chi vuole tenere sotto controllo il peso, evitan- do gli snack inutili. Adesso arriviamo a un punto spi- noso: caffè dolce o caffè amaro ? I puristi della bevanda aromatica più bevuta al mondo non hanno dubbi: assolutamente amaro! In assenza di aggiunte e alteratori del gusto, infatti, si potrà apprezzare tutte le qualità di un caffè ben fatto, oppure restare ben alla larga da una miscela o da una preparazione non proprio ottimale. Aggiungo la motivazione nutri- zionale: gli zuccheri semplici in forma liquida sono quelli a maggior impatto glicemico, il che significa che inducono il rilascio di molta più insulina, ormone che ha effetto ana- bolico (leggi: ingrassante). Ricordo inoltre che un rialzo repentino della glicemia ha anche un effetto pro-in- fiammatorio e qui potete tornare a leggere all’inizio o in altri articoli le correlazioni tra infiammazione ed effetti sul peso, oltre alle ovvie con- seguenze sull’efficienza del sistema immunitario. Ricapitolando : caffè sì, ma di ottima qualità, amaro, preferibilmente a qualche ora dal risveglio e a stomaco pieno. Queste condizioni vi garanti- ranno piacere ed effetto energizzan- te ai massimi livelli. Concludo rispondendo all’altra eter- na domanda: quanti al giorno? Direi tre. Un eccesso di caffeina, infatti, non ha solo effetti negativi sul siste- ma nervoso e sulla mucosa gastrica, ma rischia di causare disidratazione e dilavamento di minerali preziosi come calcio, potassio e magnesio. Ricordate inoltre che l’assimila- zione del ferro viene limitata dalla caffeina; quindi, se state seguendo una cura per l’anemia, abbiate cura di bere il vostro caffè a distanza di qualche ora da quella in cui prendete l’integratore (esempio: integratore dopo colazione, alle 7.30 e caffè in pausa alle 10.30). Un energetico saluto dalla vostra consulente nutrizionale Dr. Tatiana Gaudimonte info@loveyourbody.ch #loveyoubody #loveyourself #nutrizione #salute #caffé @caffeina Fonte : Redazione Virtua Salute Torino La Rivista · Giugno 2022 85

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