La Rivista

La Rivista La lingua batte dove... con il sostanziale senso di repulsio- ne che provano moltissimi svizzeri tedeschi verso la cosiddetta “lingua di Goethe” e chi invece dà la colpa semplicemente alla propria incapa- cità cognitiva che impedisce l’ap- prendimento di una lingua ritenuta, a torto o a ragione, difficile. Molti, infine, cercano di barcamenarsi in questa insicurezza linguistica, spe- rando di non farsi notare troppo con maggiore o minore successo. Deutsch e Tüütsch Nella Svizzera tedesca il concetto di Deutsch e Tüütsch è molto fluido. Quando sento certi patrioti elvetici di Zurigo lamentarsi che gli stranieri non padroneggiano sufficientemente il tedesco, mi viene un po’ da ridere. Conosco numerosi balcanici che parlano benissimo lo Zürcherdeut- sch , ma hanno seri problemi con il tedesco standard, mentre diversi patrioti elvetici di lingua francese o italiana hanno numerose difficoltà a capire i dialetti alemanni parlati dal- la maggioranza dei loro connaziona- li (anche quelli non particolarmente nazionalisti). E non parliamo poi di certi patrioti della Svizzera tedesca quando cercano di esprimersi nella lingua standard nelle occasioni uffi- ciali (per es. nei discorsi parlamen- tari)! Il loro imbarazzo lessicale e grammaticale è evidente, ma proprio per questo motivo hanno successo: sono considerati autentici e vicini al popolo. In ogni caso è innegabile il fatto che da numerosi anni le autorità elveti- che sono particolarmente sensibili verso certi temi collegati con l’inte- grazione degli stranieri. Ormai è as- sodato il fatto che imparare le lingue locali è fondamentale e, per favorire questo processo, si deve investire molto anche nella formazione di in- segnanti adeguatamente preparati. I propositi sono ottimi, ma la realtà rimane, a mio avviso, ancora con- traddittoria. L’importanza della cultura generale Tempo fa ho tenuto un seminario sulla lingua tedesca usata dagli im- migrati di origine straniera… come me. I partecipanti erano dei giovani insegnanti svizzero-tedeschi. Ne ho tenuti altri in passato, perciò ho una certa esperienza con la tipologia di aspettative che hanno questi profes- sionisti della didattica nei confronti delle materie che sono chiamati a insegnare (tedesco, matematica, ecc.). Ho capito che, in fin dei conti, sono “vittime” di un sistema educa- Deutsch perfekt H o iniziato a imparare la lingua tedesca in età adulta, con una prospetti- va monolingue tipica del sistema educativo italiano del secolo scorso, ma da anni sono confronta- to, nella mia vita quotidiana in un Cantone della Svizzera tedesca, con la nota diglossia elvetica che vede il locale dialetto alemanno dominante praticamente in tutti i settori sia livello orale che scritto. Il tedesco standard è la lingua dei giornali, dei libri e di qualche notiziario, ma se vuoi sopravvivere devi almeno capire il dialetto locale. Oggi, dopo tanti anni, mi sento an- cora in mezzo al guado del grande fiume linguistico-culturale germa- nico. Il mio tedesco, a livello orale, è un miscuglio di varie cose dalle quali emergono due caratteristiche: nella Svizzera tedesca il mio accento italiano è evidente e qualcuno mi ha detto che è perfino charmant o sim- patico . In Germania, Austria e Alto Adige, invece, mi percepiscono come uno svizzero tedesco un po’ strano … perfino lustig … buffo. Non credo di essere l’unico immi- grato non tedescofono a trovarsi in questa situazione linguistica ibrida nella Svizzera tedesca. C’è chi si sen- te frustrato e se la prende, indignato, Si tratta del titolo di una rivista dedicata all’insegnamento del tedesco per stranieri. Significa Tedesco perfettamente. La prendo e la sfoglio con un po’ di curiosità, osservando i temi trattati in questo numero. Alcune riflessioni iniziano a farsi largo nella mia mente. di Raffele De Rosa La Rivista · Giugno 2022 53

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