La Rivista

Il caso (per noi) straordinariodi Eva suo ambiente. Il 30 settembre, Eva è stata sottoposta sempre in Svizzera alla seconda operazione, ancora più delicata della precedente, che ha riguardato la mano destra. L’intervento è stato eseguito con successo e non ci sono state complicazioni. Dopo aver seguito il percorso riabilitativo di Eva a Roma, Tatia- na una fisioterapista del GICAM ha deciso di andare di persona in Ghana a trovarla. Lo scopo del viaggio di Tatiana era “sen- tire le mani” di Eva, poterle offrire della fisioterapia durante il suo soggiorno e confrontarsi con la fisioterapista che la sta seguendo nell’Orthopedic Training Centre (OTC) di Nsawam, dove Eva ora vive. Ma l’obiettivo andava ancora oltre: la vo- lontaria infatti voleva capire il contesto in cui vive Eva e quali sono le sue esigenze oggi, anche in considerazione della sua crescita di bambina. Eva é completamente integrata e il decorso postoperatorio procede in maniera ottimale. A Nsawam Eva si sta creando una nuova vita o meglio si sta riprendendo la propria vita con le sue nuove mani. Può scrivere e disegnare, va a scuola con grande entusiasmo e ottimi risultati e ora ha perfino comincia- to a suonare il pianoforte!!! Eva è una bambina molto sveglia e molto capace, l’intento ora è quello di offrirle la possibilità di laurearsi. Sarebbe il regalo più bello che si possa farle, quello che la affrancherà completa- mente da una mentalità retriva, rendendola una donna libera di scegliersi un lavoro, una carriera, di formare una famiglia. A tal fine , continua anche la raccolta fondi che GICAM ha lanciato su GoFundMe “New hands and a new life for Eva” per consentirle di studiare. Inoltre, la RSI sta preparando un documentario su questa bel- lissima storia che verrà trasmesso il prossimo autunno. Una signora svizzera, molto vicina al GICAM non solo con un sostegno finanziario, ha dei contatti in Ghana, dove segue ini- ziative solidali. Tra queste, vi è un centro che si occupa di bam- bini amputati, gestito da suore americane, le quali le hanno segnalato il caso straordinario di una bambina di dieci anni. In Ghana, nelle regioni più povere dell’Alto Volta, spesso succe- de che bambini, perché hanno le mani piccole, vengano impie- gati per svolgere lavori manuali, ad esempio, nell’agricoltura o nelle miniere. Per natura non si lamentano. Bambini che non hanno nessun tipo di diritto, che di fatto non esistono. Eva è una bambina bellissima, che, in una cittadina del Ghana, dove viene mandata da alcuni parenti, in teoria, per studiare, finisce per fare anche la domestica. La signora presso la quale lavora, non è contenta delle sue prestazioni e decide di punirla. Aiutata, probabilmente da altri, mette un gran pentolone di ac- qua bollente sul fuoco e poi ci infila le braccia di Eva, la quale subisce ustioni di terzo/quarto grado. In modo che non si sappia cosa hanno fatto, la rinchiudono in una stanza al buio. Un fratello più grande, non avendo più sue notizie si mette a cercarla. La trova e riesce a farla scappare. La porta nel centro gestito dalle suore americane e attraverso la signora svizzera entra in contatto con il professor Lanzetta. Siamo in pieno periodo di Covid e per sei mesi ogni giovedì, attivando un collegamento via Skype con questo centro, si cer- ca di attivare un percorso di fisioterapia. Ben presto ci si rende conto che non è sufficiente e che è necessario operarla perché le deformità sono veramente incredibili. La mano destra non è funzionante, tutte le dita sono girate all’indietro. La sinistra non ha presa e, per via dell’effetto delle ustioni, le dita conti- nuano a ruotare all’indietro fino ad andare a fondersi, scompa- rendo, nell’avambraccio. Per Eva si mette immediatamente in moto, in Svizzera, una catena di solidarietà straordinaria, anche attraverso gli uffici dell’Avv. Carla Del Ponte, e, in un men che non si dica, l’Amba- sciata Svizzera in Ghana concede il visto a Eva e a un accom- pagnatore. Nell’aprile dello scorso, atterra a Zurigo, viene tra- sferita all’ospedale di Bellinzona, dove insieme a due colleghi svizzeri, il dottor Fusetti e il dottor Lucchina, entrambi volon- tari del GICAM, e tanti anestesisti e strumentisti del GICAM, il professor Lanzetta la opera. Dopo una breve convalescenza, Eva è partita per Roma, dove c’è la casa madre di queste suore americane. Lì ha fatto una riabilitazione molto intesa, tutti i giorni dalla mattina alla sera con un gruppo di terapisti del GICAM. A fine giugno è ripartita per il Ghana perché è pur sempre una ragazzina di undici anni, quindi c’era la necessità che potesse avere un po’ di respiro e trascorrere due mesi nel suo Paese, con le suore e ritrovare il Eva, oggi, è completamente integrata e il decorso postoperatorio procede in maniera ottimale. La Rivista · Giugno 2022 49

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